E dal palco delle autorità rispunta Naomo
Non è passata inosservata ieri – in occasione delle celebrazioni del 211° anniversario dalla fondazione dell’Arma - la presenza, sul palco delle autorità, di Naomo
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di Lucia Bianchini
Si stanno ancora sistemando gli ultimi dettagli quando la stampa entra al Pac di Palazzo Massari per visitare la mostra ‘La Collezione Franco Farina. Arte e avanguardia a Ferrara 1963-1993’, inaugurata venerdì, che aprirà ufficialmente al pubblico sabato 21 dicembre e sarà visitabile fino al 15 marzo 2020.
L’esposizione è dedicata alla collezione di materiali di Franco Farina, donata da Lola Bonora alla città di Ferrara, su espressa volontà del maestro, scomparso nel 2018.
“Sono passati sufficienti anni da permettere di fare un lavoro di critica e ricostruzione storica di un periodo così importante per l’arte contemporanea – ha spiegato Maria Luisa Pacelli, direttrice delle Gallerie d’arte moderna e contemporanea -. La mostra intende essere un primo passo in questa direzione. Impegno che abbiamo preso con Lola Bonora è di creare, insieme ai curatori di questa mostra, un libro dedicato alla figura e all’attività di Farina. Contestualmente partirà un lavoro di inventariazione e catalogazione dell’archivio di Franco Farina, dei documenti, le foto attinenti a questo periodo di attività”.
La mostra è stata curata grazie alla collaborazione del dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara e dei curatori Ada Patrizia Fiorillo, Massimo Marchetti, Chiara Vorrasi, Lorenza Roversi.
“Oggi è per me una giornata di grande emozione – ha spiegato Lola Bonora -. Lavorare a questa mostra mi ha fatto sentire a casa, dentro c’è Franco, la sua storia, il suo vissuto. Sono felice che tante persone, tanti cittadini lo abbiano amato, per questo lui stesso ha voluto che la sua collezione tornasse alla città”.
La mostra ripercorre cronologicamente i trent’anni in cui Farina fu direttore di Palazzo dei Diamanti, dal 1963 al 1993, periodo in cui in questa sede arrivarono, tra i tanti, Warhol, Rauschenberg, Schifano, Vedova, i videoartisti e tanta parte della critica nazionale e internazionale, facendo divenire questo palazzo la sede privilegiata di grandi mostre capaci di attrarre tanto il vasto pubblico, quanto i fruitori abituali del mondo dell’arte e gli addetti ai lavori.
Soddisfatto anche Vittorio Sgarbi, presidente di Ferrara Arte: “Guardando il programma del 2020 di Ferrara Arte mi trovo particolarmente d’accordo con l’idea di aprire con questa mostra: Farina è il punto di partenza di una storia antica e nuova. Ferrara si misurava nel 1963 con una dimensione internazionale e Farina ne è stato lo spirito, con una dimensione lontana sia dalla politica sia dal mercato. Il quadrilatero di Palazzo dei Diamanti era per lui il luogo della storia, del presente e del futuro. La nostra città tornò in quel periodo ad essere il centro del mondo, dopo gli Estensi; in nessun altra città vi fu questo rapporto in presa diretta con l’arte. Se oggi esiste un ‘brand’ di palazzo dei Diamanti, ha la forza data proprio da Farina”.
Sgarbi ha poi anticipato alcune novità per il 2020: il 12 marzo sarà riaperto palazzo Schifanoia dopo il restauro, nello stesso giorno in cui a Palazzo Fava a Bologna inaugurerà una mostra su Francesco del Cossa, e sarà inoltre allestita al Castello Estense una mostra su Previati nel centenario dalla sua morte: “Avremo quindi in tre sedi collegate, tre importanti eventi artistici”.
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