Bondeno. I sindacati apprendono dalla stampa la decisione del Consiglio Comunale di Bondeno di procedere alla vendita di parte delle azioni “libere” di Hera in proprio possesso, per finanziare alcune opere rimaste in sospeso, per un previsto incasso di circa 120mila euro.
“Come organizzazioni sindacali non apprezziamo minimamente questa decisione – intervengono Cgil, Cisl e Uil -. Non siamo ideologicamente prevenuti, ma avanziamo innanzitutto dubbi sugli effetti di operazioni simili ed il timore che per questa via, si apra definitivamente la strada alla privatizzazione di servizi che, per la loro natura ed universalità, sono e devono rimanere pubblici”.
“Non siamo contrari perché riteniamo questa scelta non sia legittima, ma perché è risibile – specificano i segretari Cristiano Zagatti, Bruna Barberis e Massimo Zanirato -. Non riuscire a trovare 120mila euro in un comune delle dimensioni di Bondeno a noi sembra impossibile, ma a sostegno della nostra posizione ci sono elementi sia economici, sia politici”.
Per dirla in dialetto, “vendere azioni che in questi anni hanno sempre garantito cospicui dividendi alle casse del Comune è come “brusàr la cà par vendàr la zèndar”.
Da un punto di vista politico invece, a detta dei sindacalisti, “privarsi di azioni da parte degli enti locali significa continuare a non voler svolgere un ruolo vero ed incisivo di indirizzo e controllo di un’azienda che eroga servizi pubblici ai cittadini; salvo il fatto, successivamente, di lamentarsi per la qualità dei servizi offerti”.
“Ad Hera – chiudono Zagatti, Barberis e Zanirato – andrebbe chiesto di mantenere adeguati presidi e rapporti territoriali, un piano di rilancio degli investimenti per le politiche ecosostenibili, di cura e manutenzione del territorio, anche di Bondeno, facendo svolgere così anche una funzione anticiclica che in un periodo di congiuntura sfavorevole, potrebbe favorire uno sviluppo anche in chiave locale. Invece si sceglie di disinvestire da Hera”.
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