Attualità
7 Dicembre 2019
Per Perego Ferrara non ha saputo proteggere il neodottore, “un tassello del nostro futuro”

Morte dopo la laurea. Il vescovo: “Una sconfitta per la nostra città”

di Redazione | 2 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

Cau, tutti le informazioni per l’assistenza nei giorni festivi

In occasione di due settimane in cui si stanno susseguendo numerosi giorni festivi, le Aziende Sanitarie ricordano gli orari di attivazione del servizio di Continuità Assistenziale per la cura e assistenza alla cittadinanza nei momenti in cui non sono presenti i medici di medicina generale

“Mi ha colpito molto la morte di Adriano”. La tragedia che ha visto vittima Adriano Bianco, lo studente universitario di 34 anni e neolaureato arrivato a Ferrara dalla terra lucana, dalla antica città medioevale di Lauria, provoca nel vescovo di Ferrara Gian Carlo Perego una riflessione.

La morte del neolaureato “riporta l’attenzione su un tassello di mondo e di futuro, gli universitari, di casa nella nostra città, molti dei quali provenienti dalle regioni del Sud del Paese. Sono più di 22.000, quelli che ogni anno iniziano, continuano o terminano un curriculum accademico nella nostra città con un percorso universitario non privo di ostacoli (la ricerca dell’alloggio, i test, la lontananza dalla propria casa e dai propri paesi, un metodo di studio…), che si è rinnovato nei secoli, ma che ha costituito un passaggio esistenziale per molti studenti italiani di ieri e anche di altri Paesi d’Europa e del mondo oggi”.

Per Perego vedere morire un giovane al termine del suo percorso accademico, nel giorno di festa di laurea, “al di là dei motivi contingenti che gli operatori sanitari e i magistrati stanno esaminando, significa vedere morire la speranza, un’amicizia, un figlio”.

“Questa morte è un dolore, una sconfitta – continua il ragionamento del vescovo -. Un dolore per chi vede morire improvvisamente il figlio, dopo aver fatto festa con lui: e vorremmo far sentire ai familiari la nostra vicinanza, anche nella preghiera”.

Una sconfitta anche per la nostra città, “che non ha saputo proteggere un giovane venuto da una terra martoriata del Sud, un tassello del nostro futuro. Forse al di là dei dibattiti sui cancelli per chiudere le piazze della movida, insieme dovremmo essere in grado di moltiplicare i luoghi e le esperienze di amicizia, di gruppo, di confronto, di festa, di preghiera, liberi dalle mode e dalle tradizioni grottesche”.

Perego sostiene quindi che “le nostre parrocchie, Casa Cini, i gruppi universitari, la riapertura del collegio universitario femminile dei Gesuati, sono spazi che come Chiesa vogliono essere casa per i giovani universitari, ma anche luoghi per rinnovare il volto di una città vicina all’Università e agli universitari. Spero che la morte di Adriano aiuti la nostra Ferrara a rialzarsi da questa sconfitta”.

Anche da Unife arriva un messaggio di cordoglio per la scomparsa di Adriano Bianco: il rettore Giorgio Zauli “a nome suo personale e di tutta la comunità universitaria”, esprime “profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia, ai parenti e a tutte le persone colpite dalla perdita”.

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