Goro
24 Novembre 2019
Salta l'approvazione delle modifiche contestate dagli operatori della costa: "È bastata una diffida? Forse avevamo ragione sulla discriminazione e si temevano ripercussioni legali?"

Pesca, la Giunta diffidata evita le modifiche alla legge regionale. Le coop: “Vogliamo comunque chiarimenti”

di Redazione | 2 min

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Comacchio, Goro. “Sulla modifica alla disciplina in materia di ‘demanio marittimo e di zone di mare commerciale’, ossia della legge regionale 9/2002, la Giunta ha fatto dietro-front non approvando la relativa delibera nella seduta del 22 novembre”. A riferirlo sono le cooperative di pesca Coalmo e La Valle, in prima linea negli ultimi mesi nel rilevare le criticità di una regolamentazione giudicata in più occasioni “poco equa e discriminatoria”.

“Una decina di cooperative hanno presentato a riguardo osservazioni” ricordano da Goro e Comacchio. “Preso atto del non accoglimento di esse e del permanere nella bozza di quelle che le cooperative considerano delle vere e proprie disparità di trattamento, si è scelto di procedere con una diffida stragiudiziale rivolta ad ogni singolo componente la giunta regionale, intimando di non procedere all’approvazione così come prospettata ed invitando la giunta ad applicare i principi di equità costituzionali”.

Una presa di posizione che apparentemente ha dato i suoi frutti, considerato che la bozza di delibera è rimasta tale e non è stata prevista alcuna approvazione. “A questo punto, però, sarebbe importante comprendere il motivo del dietro front di Bonaccini: se l’attuale maggioranza riteneva meritevole di approvazione quella bozza come è possibile che una semplice diffida da parte di alcune cooperative sia bastata per stopparli?”

“Forse la delibera prevedeva veramente un trattamento diverso in termini di opportunità, tanto da far temere ripercussioni a livello legale? Quali motivazioni hanno suggerito all’attuale giunta emiliano-romagnola di non procedere con l’approvazione? Motivazioni tecniche o politiche?” chiedono ora le cooperative, che intendono chiedere al più presto un confronto con i candidati presidenti alle imminenti elezioni regionali, utile a comprendere “la sensibilità di ognuno di loro rispetto alle tematiche di equità di trattamento degli operatori in acquacoltura”.

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