Convalidato l’arresto per l’uomo sfuggito all’alt dei Carabinieri
È fuggito ad ad un controllo dei Carabinieri di Goro ed è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e detenzione a fini di spaccio di cocaina 39enne nordafricano
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Prima ha provato a fuggire dai carabinieri in auto poi, dopo essere uscito di strada, a piedi. È quanto accaduto nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 17 aprile, quando una pattuglia dei militari di Goro ha notato una Volkswagen Golf guidata da un uomo che stava girando ad alta velocità per le vie del paese
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Goro. “La sua pena la sta già scontando e la sconterà per tutta la vita”. La pena, più in senso umano che giudiziario nelle parole della requisitoria, è aver assistito alla morte del figlio in un incidente in mare, di cui il padre – conducente della Alex B, la barca colpita da dietro dall’imbarcazione Nikita M – non ha colpe o responsabilità.
Per quella tragedia consumata nell’aprile 2017 nel porto di Goro – dove ha perso la vita Alex, 18enne di Gorino, caduto dal natante e finito in acqua, sbattendo la testa e morendo praticamente sul colpo -, il padre Jimmy Ballarini è stato assolto dall’accusa di omicidio colposo “perché il fatto non sussiste” e condannato a 206 euro di ammenda per l’inosservanza di norme sulla sicurezza della navigazione, oltre al pagamento delle spese processuali.
Il giudice Andrea Migliorelli ha accolto così la richiesta di assoluzione posta dall’avvocato Claudia Bagattin del Foro di Padova al termine di una lunga e tecnica arringa, in cui chiedeva di “valutare la causalità della colpa dato che, come accertato dal consulente, anche con una condotta appropriata non si sarebbe evitato il sinistro”.
Le violazioni contestate dal pm Elisa Bovi, tese a dimostrare che la “condotta dell’imputato non è esente da colpa e ha concorso a cagionare il sinistro”, riguardavano fondamentalmente quattro punti: “Non aver regolato la velocità, non aver impiegato le altre persone a bordo come vedette in un momento di visibilità scarsa per il riverbero del sole sull’acqua, non aver valutato i rischi in un incrocio pericoloso e aver imbarcato un numero eccessivo di persone (3 invece che 4) e attrezzature (300 chili invece che 80)”.
Sulla base della ricostruzione dell’incidente tramite teste, esame dei danni alle imbarcazioni e due filmati (uno del tracciato radar, l’altro delle telecamere sul posto), il pm riconosce che il “conducente della Nikita (che ha patteggiato 6 mesi per omicidio colposo, ndr) avrebbe dovuto concedere la precedenza a Ballarini, ma anche quest’ultimo avrebbe posto in essere un comportamento imprudente” tale da richiedere “la condanna a sei mesi di reclusione per omicidio colposo e a un mese di arresto per l’inosservanza di norme sulla sicurezza della navigazione”.
“Contestazioni prive di fondamento, è evidente che il mio assistito abbia adoperato le dovute cautele e viaggiava a una velocità intorno ai 15 nodi ma, anche in caso di velocità ridotta, lo scontro si sarebbe verificato lo stesso” controbatte la difesa, a cui il giudice dà ragione nella formula assolutoria.
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