Recensioni
18 Novembre 2019
In “Non passa lo straniero” Dario Accolla svela trame, inesattezze e trappole del linguaggio della paura

Luoghi comuni e slogan, come smascherare il discorso sovranista

di Redazione | 2 min

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Sono solo alcuni dei luoghi comuni smascherati nell’ultimo libro di Dario Accolla, insegnante, blogger, attivista Lgbt e saggista. In “Non passa lo straniero – Come resistere al discorso sovranista” (Villaggio Maori Edizioni, Catania, 2019) si spiegano due modi possibili di elaborare l’insieme complesso dei fenomeni che ci circondano: adeguarci ai luoghi comuni che ci raccontano sugli “altri” – sullo straniero, in generale – oppure destrutturarli, cercando di capire che le cose non sono così semplici (e paurose) come vorrebbero farci credere.

Accolla prova a fornire una lettura diversa di quella che per molti e molte è la realtà. Accompagnando il lettore in un viaggio – tra storie, tradizioni, curiosità e storia di parole – in cui scoprire che non le cose non sono andate esattamente come ce le hanno raccontate fino ad ora.

A partire da identità, tradizione, tradimento, nazionalità su cui è incentrato il discorso sovranista: brevi ed efficaci messaggi che affollano i social media e, in generale, buona parte della comunicazione mediata della nostra contemporaneità. Vocaboli che più frequentemente, negli ultimi anni, rimbalzano da luoghi istituzionali e politici a talk show.

Slogan come «Prima gli italiani» entrano nelle nostre case, riuscendo a costruire agilmente una narrazione pericolosa, vicina a istanze xenofobe, omofobe, sessiste e in grado di minacciare la società democratica, politica e civile italiana.

“Non passa lo straniero” analizza il linguaggio adottato all’interno della narrazione sovranista, svelandone trame, inesattezze e trappole argomentative: un lessico carico d’odio, in grado di mistificare la realtà e che non offre soluzioni. Come resistere dunque a questo tentativo di semplificazione di una verità più complessa? Dario Accolla fornisce gli strumenti per arginare la deriva di un narrazione manipolata, nutrita spesso da disinformazione e ingenuità. Tenendo sempre a mente che le parole sono importanti.

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