Spettacoli
9 Novembre 2019
Lunedì 11 novembre l'atteso concerto da camera con la violinista e il pianista per la stagione di Ferrara Musica

Lorenza Borrani e Alexander Lonquich tra Schubert, Schumann e Janáček

di Redazione | 3 min

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(foto di Piera Mungiguerra)

Lunedì 11 novembre al Teatro Comunale “Claudio Abbado”, la stagione 2019/2020 di Ferrara Musica prosegue con un altro atteso concerto da camera, protagonista il duo formato dalla violinista Lorenza Borrani e dal pianista Alexander Lonquich, artisti molto legati a Claudio Abbado, con cui hanno suonato in diverse occasioni, anche a Ferrara.

Violinista fiorentina di fama internazionale, Lorenza Borrani è cresciuta musicalmente alla Scuola di Musica di Fiesole, e ha collaborato con grandi direttori come Claudio Abbado e Lorin Maazel. Già primo violino, direttore, solista e camerista nelle sale e nelle stagioni più importanti del mondo, considerata una delle migliori musiciste italiane della sua generazione, nel 2007 ha fondato il progetto Spira Mirabilis, un laboratorio di studio per musicisti professionisti. Negli ultimi anni ha sviluppato una sempre maggiore curiosità e una grande passione nei confronti dell’esecuzione del repertorio classico su strumenti originali.

Musicista raffinato e interprete di sorprendente inventiva, Alexander Lonquich è una delle figure più originali della scena pianistica internazionale. Nato in Germania, ha intrapreso poi una carriera che lo ha portato a esibirsi in Giappone, Stati Uniti e nei principali centri musicali europei a fianco di importanti direttori. Ha sviluppatoo gradualmente e parallelamente un secondo percorso artistico come direttore d’orchestra, unendo le due diverse “anime” nella figura di direttore solista, ruolo in cui lo rivedremo a fine stagione con l’Orchestra da Camera di Mantova per l’Integrale dei Concerti pianistici beethoveniani.

(foto di Cecopato)

Il concerto prende il via, nella sua prima parte, con la Sonata n. 4 op. 162 di Franz Schubert, opera che fu pubblicata molti anni dopo la morte dell’autore (l’edizione a stampa risale al 1851, e la stesura al 1817). e che differisce dalle precedenti del compositore viennese, in quanto contraddistinta da una scrittura particolarmente virtuosistica e molto attenta agli equilibri, tanto da far supporre un esperimento in preparazione di qualche altro lavoro, magari sinfonico. Si prosegue con la Sonata per violino e pianoforte di Janáček, compositore ceco il cui percorso artistico risente in modo evidente dei contraccolpi emotivi e psicologici della Prima Guerra Mondiale. Partito da un’idea patriottica e da intenti nazionalistici, Janáček col tempo rivide le sue posizioni e rese, anche musicalmente, più contrastante l’insieme di sensazioni che la guerra gli aveva suggerito. La lunga gestazione della Sonata non riguarda soltanto gli aspetti formali, in direzione di una forma affrancata dalla tradizione, ma si rispecchia anche nell’oscillazione tra differenti stati d’animo, tra aggressività e introversione, ansia e speranza.

Il programma si conclude con la Grosse Sonate in re minore op. 121 di Schumann, complessa opera della maturità, segnata dall’aggravarsi dei problemi di salute che porteranno il compositore, solo tre anni dopo, a tentare il suicidio per sbarazzarsi di quella forma di pazzia che si era impadronita della sua mente. Animata da temi inquieti e nervosi, che ricordano le opere aforistiche della gioventù, la Sonata è la seconda delle due per violino e pianoforte composte in questo difficile periodo, e vi si riconoscono gli aspetti più tipici dello stile del compositore: i toni appassionati e fantastici, il desiderio di un canto intimo e profondo, la ricerca di sempre nuove soluzioni formali.

Biglietti da 9 a 29 euro. Info: www.ferraramusica.it, tel. 0532-202675; biglietteria@ferraramusica.it

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