Cronaca
19 Ottobre 2019
Violenza fuori dalle docce, due poliziotti penitenziari in ospedale. Sappe: "Deve essere trasferito in un'altra struttura". Sinappe: "È indemoniato, ora basta". Fns Cisl: "Situazione esplosiva"

Nuova aggressione in carcere, detenuto minaccia e colpisce gli agenti

di Redazione | 3 min

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Non c’è pace per il carcere di via Arginone. Un detenuto, mentre usciva dalla doccia, ha distrutto un tavolo e con il piede di ceramica appuntito ha tentato di aggredire un agente di polizia penitenziaria, offendendolo e minacciandolo di volerlo sequestrare. Due altri agenti, intervenuti per bloccarlo, sono stati colpiti e graffiati al volto e hanno dovuto fare ricorso alle cure mediche in ospedale per suturare le ferite.

L’ennesima aggressione è avvenuta nel pomeriggio di venerdì 18 ottobre, verso le 17, nel locale docce della casa circondariale ferrarese. L’autore, secondo quando riportato dai sindacati Sappe e Sinappe, sarebbe lo stesso responsabile dell’ultima aggressione avvenuta il 14 ottobre.

“Si tratta di un detenuto che probabilmente soffre di problemi psichiatrici e che ormai sta mettendo a rischio l’equilibrio dell’istituto e la sicurezza del personale” segnalano Giovanni Battista Durante e Francesco Campobasso, rispettivamente segretario generale aggiunto e segretario nazionale del Sappe, che chiedono all’unisono che “venga trasferito in un’altra struttura”.

Una richiesta condivisa dal segretario regionale del Sinappe Gianluca Giliberti che, “oltre alla sensazione di impotenza e rabbia infinita”, non riesce a comprendere “il motivo per cui l’indemoniato detenuto continui a permanere nel carcere di Ferrara, in deroga a quanto previsto dalla circolare Gdap dell’ottobre 2018 del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria”.

“Al momento non si hanno ancora notizie delle condizioni di salute dei due colleghi né dell’entità della prognosi loro riconosciuta – afferma Giliberti – ma è ora di dire basta: non è possibile recarsi al lavoro con la certezza che, prima o poi, ognuno di noi si troverà in una situazione di servizio potenzialmente pregiudizievole per la propria integrità fisica. Siamo stufi di raccontare le tantissime sfuriate dei reclusi che, ormai, spadroneggiano nelle carceri italiane, grazie a scelte politiche che hanno reso inermi le forze di polizia che, piuttosto di correre il rischio di essere accusate di ogni amenità possibile, spesso per il solo motivo di aver risposto e arginato un’aggressione fisica, finiscono la giornata lavorativa presso il pronto soccorso delle strutture ospedaliere cittadine”.

“Questo evento – interviene anche la segreteria provinciale Fns Cisl Ferrara – va ad aggiungersi ad altri gravi episodi che sono all’ordine del giorno e stanno rendendo la situazione sempre più critica e il morale degli agenti è bassissimo in quanto abbandonati dalle istituzioni e relegati ad una guerra di trincea che al momento ha prodotto solo feriti ma che può degenerare in qualsiasi istante. Tutto queste aggressioni sono in costante aumento negli ultimi anni dopo gli indirizzi dati dall’amministrazione sulla sorveglianza dinamica nei reparti, ora è opportuno porre rimedio a tutto questo”.

“La casa circondariale è al completo, mancano invece gli agenti… silenzio assordante da parte del Ministero – è la dura presa di posizione del sindacato -. Risulterebbe invece esserci esternazioni di un qualche garante dei detenuti che insinua che gli agenti sarebbero degli aguzzini, perché questi signori non vengono con noi al lavoro per vedere le condizioni in cui gli agenti lavorano, come operano e dopo sì che si fanno un’idea da quale parte sono gli aggressori, o aspettano il dramma per capirlo. È opportuno che le istituzioni, tutte, conoscano la situazione esplosiva in atto e che gli agenti possano a fine lavoro tornare alle proprie famiglie e non presso l’ospedale o un bel funerale, chiediamo tutela come lavoratori”.

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