Riva del Po
3 Ottobre 2019
Con una petizione di oltre 200 firme gli abitanti dei due paesi chiedono al sindaco di indire un'assemblea pubblica per informare di come stiano realmente le cose

Cittadini allarmati: “Un centinaio di nomadi a Serravalle e Berra, fake news o verità?”

di Redazione | 3 min

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Era la vigilia di Natale dello scorso anno. Per le feste si ritrovano assieme, con le rispettive famiglie, due fratelli tra i quali, per questioni legate all'eredità paterna, negli ultimi tempi non corre buon sangue. Il più giovane dei due, classe 1976, abita nella casa di Pieve di Cento ereditata come proprietà indivisa

Berra. E’ bastato il recente arrivo di alcune famiglie nomadi a Berra e Serravalle in case disabitate “di proprietà di paesani” e voci sull’arrivo di più di un centinaio di altre persone provenienti da un campo Rom di Sesto Fiorentino a mettere in allarme le comunità dei due paesi del Comune di Riva del Po, che ora chiedono chiarezza all’Amministrazione e di essere informate ufficialmente della situazione, facendo appello al sindaco per “indire un’assemblea pubblica con tutta la popolazione per informarla ufficialmente di come stiano realmente le cose, anche per evitare il diffondersi di notizie false che allarmano la cittadinanza e creano disorientamento e preoccupazione”.

Al sindaco è infatti arrivata la richiesta attraverso una petizione che ha raccolto oltre 200 firme, nella quale si premette che “anche sui social sono apparse segnalazioni di furti e di atti di bullismo nei confronti di bambini e ragazzi del posto” e che tali segnalazioni “provengono da persone affidabili che in paese godono di stima”, aggiungendo che “non è un mistero per nessuno che la cultura della comunità nomade presenti difficoltà di integrazione con le nostre popolazioni”. Ma, al di là delle considerazioni di questo gruppo di cittadini sui recenti arrivi, la preoccupazione maggiore riguarderebbe le “voci che si rincorrono “che vedrebbero una Caritas toscana acquistare diverse case in vendita per sistemare famiglie Rom provenienti dalla Toscana e precisamente da un campo rom di Sesto Fiorentino che è stato smantellato recentemente”.

Se fossero vere le voci, secondo i firmatari della petizione si tratterebbe “di una precisa volontà di un Ente che gode di contribut pubblici di trasferire nei nostri piccoli paesi persone provenienti da realtà completamente diverse che stravolgerebbero la rassicurante routine quotidiana e la serenità delle persone che ci vivono, in prevalenza anziani, che costituiscono la parte più debole e più fragile, insieme ai bambini, della nostra realtà paesana”.

Oltre all’assemblea pubblica con la popolazione, al sindaco si chiede quindi di confermare o smentire le voci insistenti che circolano nei paesi e, in caso affermativo, di conoscere “le motivazioni che hanno portato allo sradicamento di famiglie nomadi dal loro territorio di appartenenza per essere sistemate in paesini sconosciuti dell’Emilia Romagna, creando un disagio psicologico sia nelle famiglie rom, che sono state strappate dalla loro realtà, sia alle nostre piccole comunità, che non si sentono né protette, né tutelate”. A questo si aggiunge la richiesta di conoscere cosa intenda fare l’Amministrazione in termini di sicurezza “per tutelare i cittadini di Berra e Serravalle” e “per l’integrazione sociale e lavorativa di queste persone”.

“Non appare credibile – concludono i firmatari della petizione – che piccoli Comuni come il nostro abbiano gli strumenti economici per favorire l’integrazione di culture diametralmente opposte alla nostra, quando nemmeno grandi città con risorse molto più importanti sono riuscite nell’intento. Solamente chi non ha a cuore né l’integrazione dei Rom, né la serenità e la sicurezza dei cittadini possono pensarlo. In questo caso bisognerebbe pensare che le motivazioni siano altre, non ultimo la volontà di allontanare queste famiglie dal luogo dove vivevano”.

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