Ancora un mese senza stipendio per i dipendenti della Olicar, la ditta che attualmente esegue la manutenzione degli impianti elettrici all’ospedale di Cona (oltre che in alberghi, scuole e altre strutture cittadine). Le mancate retribuzioni ai 25 dipendenti, otto dei quali impiegati a Cona, diventano così di tre mensilità, oltre alla 14esima che rimane ancora sospesa.
Ai lavoratori non resta nemmeno la possibilità di protestare, dato che l’Azienda Ospedaliera ha disposto da ieri (1 ottobre), tramite un ordine di servizio, la rimozione di tutti i cartelli che gli addetti avevano appeso alle attrezzature di lavoro e all’interno dei quadri elettrici per manifestare il proprio dissenso verso la condotta dell’azienda e far conoscere al pubblico la vicenda. L’unica possibilità rimasta loro è stata quella di ostacolare passivamente le operazioni di rimozione dell’incaricato dell’Azienda Ospedaliera, evitando di indicargli i luoghi esatti in cui una trentina di cartelli sono stati affissi da qualche settimana e limitandosi a seguirlo nella sua ricerca lungo le sconfinate corsie dell’ospedale, giusto per aprire i quadri elettrici in caso di ‘ritrovamento’ di ogni cartello (solo i dipendenti Olicar sono in possesso delle chiavi dei quadri).
La rimozione, dunque, si è trasformata in una sorta di ‘caccia al tesoro’ alquanto complicata e con grande dispendio di tempo da parte dell’Azienda Ospedaliera. Con la spiacevole sorpresa per i manutentori Olicar di scoprire, in uno dei quadri elettrici, una scritta realizzata da ignoti ben poco solidale con la loro protesta: “Non vi pagano. Meglio”.

La scritta trovata su un quadro elettrico contro i lavoratori Olicar
Nel frattempo l’unica comunicazione della stessa Olicar in merito alla situazione degli arretrati è stata fornita ai sindacati di categoria nel corso di un recente incontro, durante il quale la ditta ha semplicemente riferito di non essere al momento in grado di erogare gli stipendi ai lavoratori. Di questo passo le difficoltà dell’azienda potrebbero continuare a gravare sui dipendenti ormai allo stremo e costretti comunque a restare sul posto di lavoro, in quanto il servizio fornito al nosocomio cittadino non può essere assolutamente interrotto per ovvie ragioni, pena provvedimenti disciplinari che aggraverebbero ulteriormente la loro situazione.
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