Assume contorni sempre più cupi la morte di Atika Gharib, la 32enne di origine marocchina e residente a Ferrara trovata carbonizzata in un casolare a Castello d’Argile nelle campagne bolognesi al confine con Pieve di Cento. L’ex compagno della vittima, M’Hamed Chamekh, 41enne connazionale con precedenti, è stato fermato mercoledì a Ventimiglia con l’accusa di omicidio e distruzione di cadavere.
A bloccare l’uomo in fuga – si presuppone che stesse cercando di scappare in Francia – è stata la Polfer che lo tiene in custodia nella cittadina ligure fino alla presa in consegna da parte dei carabinieri che hanno seguito le indagini, subito concentrate sull’ex fidanzato che usava il fienile in disuso come abitazione di fortuna insieme alla 32enne.
I due, da quanto si apprende, non si frequentavano più da oltre un mese e avevano avuto pesanti problemi in passato per motivi familiari. A interrompere la relazione sarebbe stata proprio Atika che, secondo quanto risulta, avrebbe denunciato Chamekh per aver molestato la figlia di lei, una ragazza minorenne avuta da una precedente relazione. A carico dell’uomo c’era anche un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ex fidanzata e dalla ragazzina ma non sarebbe bastato e ora costituirebbe un possibile movente.
La Procura di Bologna ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di omicidio e distruzione di cadavere. Si profila sempre di più la pista del femminicidio, ormai quella più accreditata, ma sono ancora da chiarire le cause del decesso e l’origine dell’incendio. Diversi gli scenari possibili: che la donna sia morta prima dell’incendio – appiccato quindi per far sparire le tracce del reato – oppure che sia stata arsa viva dalle fiamme, anche in questo caso da accertare se di natura dolosa o accidentale.
La vicenda è ancora avvolta nel mistero ma intanto l’ex compagno – già conosciuto per i suoi precedenti per spaccio e, appunto, maltrattamenti in famiglia – è stato identificato e rintracciato a Ventimiglia, al confine tra Italia e Francia, dove presumibilmente avrebbe cercato rifugio in casa di alcuni parenti prima di una possibile fuga in Marocco.
A denunciare la scomparsa della giovane è stata la sorella che, non sentendola da un paio di giorni e avendo appreso la notizia dell’incedio – è accorsa al casolare sulla via Provinciale, al civico 21, dove sapeva che Atika trascorreva del tempo con il compagno. Il rogo è divampato nella notte tra domenica e lunedì ma solo nel pomeriggio di martedì sono stati rinvenuti, sotto le macerie del casolare distrutto, i resti del corpo carbonizzato e ormai irriconoscibile della donna.
Proseguono le indagini dei carabinieri per ricostruire questa tragedia agghiacciante, su cui farà maggior luce l’autopsia.
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