Comacchio. In vista del concerto del Jova Beach Party, che si insedierà sulla spiaggia di Lido degli Estensi il prossimo 20 agosto, il circolo Legambiente Delta del Po e gli ornitologi dell’Asoer hanno provveduto a segnalare la necessità di tutelare al massimo l’area dunosa individuata come sede dell’evento.
Destinatari della comunicazione sono la Procura della Repubblica di Ferrara, il Prefetto di Ferrara ed il Ministero dell’Ambiente. “Sul sito in questione sono presenti almeno nove habitat di interesse comunitario, di cui tre prioritari: le dune grigie, il prato xerico ad orchidee e la foresta spontanea di pini marittimi” spiegano gli ambientalisti. “Inoltre stiamo parlando di una zona che ospita la Cincindela e il Fratino, due specie a rischio estinzione” ricordano.
Semplice la richiesta: “si chiede la tutela dell’ecosistema e la messa in atto delle misure di conservazione della biodiversità presente, per evitare il danneggiamento dell’area in vista dell’uso previsto con la realizzazione del Jova Beach Party. Per tale ragione suggeriamo lo spostamento dell’evento in altra area priva di habitat tutelati”.
Nel frattempo la battaglia per fermare la macchina del Jova Beach Party prosegue anche su altri fronti, su quello politico-amministrativo con il gruppo del No, che riunisce liberi cittadini, ambientalisti e soci Wwf e che ha inoltrato nelle scorse ore una lettera aperta al ministro dell’ambiente Sergio Costa.
Una lettera che allarga la visione a tutto il panorama nazionale, considerata la portata appunto nazionale del tour estivo di Jovanotti. “Molte sono state le richieste di delucidazioni ai vari enti preposti e ai Comuni che ospiteranno il Jova Beach Party, ma spiegazioni e chiarimenti non arrivano e la ruota distruttiva di questi eventi, travestiti di buono, continua inesorabile nonostante fatti gravi e poco chiari”.
“Tutte le location scelte sono spiagge con una delicatissima biodiversità e quasi tutte immediatamente a ridosso di zone protette. In questi giorni il parere autorevole di Ispra – scrivono – ricorda come si stia parlando di ecosistemi notoriamente riconosciuti come a rischio su scala planetaria, europea e nazionale”.
Tante le possibili criticità evidenziate dai No Jova Beach, dai “possibili ingenti danni di carattere geomorfologico dovuti a livellamento con mezzi meccanici a carico dei cordoni e dei sistemi dunali, all’occupazione delle dune con strutture e vie di accesso, ma anche danni da calpestio e schiacciamento a specie animali e vegetali presenti”.
“Al Ministero, quale organo di indirizzo e controllo – concludono – chiediamo di non tacere di fronte a un parere autorevole come quello di Ispra e di rompere questo silenzio assordante”.
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