L’agitata telefonata di Radio 24 al consigliere comunale di Fdi Federico Soffritti in merito interpellanza sugli affidi ai single e alle coppie gay ha scatenato nuovamente il dibattito politico estense.
“Un Soffritti che conferma, in evidente imbarazzo, che l’interpellanza che ha presentato intendeva proprio schedare gay e lesbiche – attacca Aldo Modonesi del Pd -. Ma l’imbarazzo ancora più evidente è quello del sindaco Fabbri, dell’assessore alle pari opportunità Kusiak e di tutta la Giunta. Che non prendono le distanze, e preferiscono il silenzio. Un silenzio che equivale a un assenso?”.
Manuela Macario
Contro Soffritti si scaglia anche Manuela Macario di Arcigay, in particolare per le sue affermazioni che hanno a che fare con la qualità della vita dei bambini che crescono in famiglie di persone omosessuali. “Quindi, nonostante una sentenza della corte di cassazione del 2013 ( 601/2013) che riconosce alle coppie gay e lesbiche la possibilità di allevare minori in quanto non c’è alcuna evidenza scientifica che l’identità di genere dei genitori comporti un qualche condizionamento nello sviluppo psicologico dei bambini, per il consigliere Comunale Federico Soffritti conta più ciò che dice il partito, ciò che gli detta il suo buon senso e ciò che afferma la sua confessione. Da un rappresentante delle istituzioni mi aspetto che agli ordini di partito anteponga le regole e le leggi dello Stato e dell’istituzione di cui fa parte e che il suo buon senso non vada nella direzione di creare cittadini di serie A di serie B e di serie C. Abbia rispetto prima di tutto dell’istituzione che rappresenta consigliere comunale Federico Soffritti – conclude Macario -, solo così rispetterà anche i cittadini della sua città, tutti”.
Sulla stessa linea anche Arcigay Ferrara, che se la prende direttamente con il partito: “Per Fratelli d’Italia è più importante strumentalizzare una vicenda giudiziaria che coinvolge minori piuttosto che impegnarsi affinché la magistratura arrivi alla verità e faccia giustizia, per il bene supremo di quei bambini e di quelle famiglie che hanno subito, se i fatti verranno accertati, un orrore indicibile. Per Fratelli d’Italia il caso Bibbiano è solo un pretesto per fare una schedatura degli omosessuali e dei single che hanno figli in affido o che rientrano nei programmi di affido nel Comune di Ferrara. Per Fratelli d’Italia il vero benessere e la felicità dei bambini sono del tutto secondari, perché quello che più conta è l’indirizzo di partito e quindi la battaglia ideologica contro le persone Lgbti+. Per Fratelli d’Italia lo Stato non è laico o non lo dovrebbe essere”. Arcigay poi si rivolge a Soffritti: “Dimostri davvero buon senso! Ritiri l’interpellanza e chieda scusa ai tanti single (di cui non si può e non si deve verificare l’orientamento sessuale) che sono risultati idonei all’affido e che lei e il suo partito, in barba alle leggi e ai regolamenti, non ritiene tali e soprattutto chieda scusa alle tante persone Lgbti+ di questa città che con le sue parole ha offeso e con la sua interpellanza ha discriminato pretendendone anche una schedatura. Come ha più volte ripetuto nell’intervista, lei è un consigliere comunale e prima degli interessi del suo partito dovrebbe venire il benessere delle sua Comunità”.
Un’assemblea de La Città che Vogliamo
Già prima dell’intervista radiofonica, gli attivisti de La Città che Vogliamo e di Azione Civica (i movimenti che hanno sostenuto Roberta Fusari alle elezioni) si erano scagliati contro Soffriti e la sua interpellanza: “Alludere ad un disegno della comunità Lgbtq volto a diffondere aberranti perversioni, è segno di una ossessione patologica preoccupante, che evoca scenari molto pericolosi”, è il durissimo il giudizio espresso. Per i due gruppi, la richiesta “rivela già dall’esordio una strumentalità irricevibile. Era prevedibile che Fratelli d’Italia approfittasse del primo episodio di cronaca conveniente per ergersi a difensore della famiglia, esclusivamente quella conforme alle proprie convinzioni, e della cosiddetta normalità. Tuttavia, ricondurre le ragioni di un’indagine consiliare, dai dubbi profili giuridici, sulla composizione dei nuclei familiari, per genere e orientamento sessuale degli affidatari, ai fatti tragici di Bibbiano, ci suscita, se possibile, uno sdegno più intenso del solito ed evidenzia, ancora una volta, l’assoluto disinteresse per le sorti dei bambini. Ci pare che questo intervento si configuri come un autentico abuso discriminatorio intriso di pregiudizio”.
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