Politica
21 Luglio 2019
Il consigliere comunale ‘braccato’ dalla trasmissione di Radio 24 per l'interpellanza sugli affidi alle coppie gay: “Io sono contrario, perché comunque sono consigliere comunale di Fdi. Non è nello standard tradizionale, chiedetelo alla Chiesa”

La Zanzara punge il ‘movente omofobo’ di Soffritti

Federico Soffritti
di Daniele Oppo | 2 min

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“Certamente, è ovvio che sì”. Che i metodi della “Zanzara” Giuseppe Cruciani – conduttore del programma radiofonico di Radio 24 insieme a David Parenzo e Alberto Gottardo – non siano particolarmente teneri e raffinati e che conducano spesso all’esasperazione delle ‘vittime’ si sa, ma questa volta hanno avuto il pregio di far uscire definitivamente allo scoperto l’omofobia di Federico Soffritti. Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia è stato infatti protagonista di un’agitata intervista telefonica nella puntata del 19 luglio  incentrata sull’interpellanza con la quale chiede alla Giunta di sapere quanti single e coppie omosessuali siano affidatari di bambini nel nostro comune.

Quel “certamente, è ovvio che sì” altron non è che la risposta dello stesso Soffritti alla domanda se ritiene che i bambini crescano male in una famiglia di persone gay. D’altronde, ha spiegato, “io sono contrario, perché comunque sono consigliere comunale di Fdi”, ma soprattutto perché l’adozione da parte di single o famiglie omosessuali “non è nello standard tradizionale, andiamo a chiedere alla Chiesa se è nello standard tradizionale”.

Ma che l’interpellanza abbia un movente omofobo – per parafrasare il presunto ‘movente Lgbt’ citato da Soffritti  (“un orientamento…” ha detto a Cruciani) in merito all’indagine sui fatti di Bibbiano (in cui un solo affidamento contestato è stato dato a una coppia gay, ndr) è già chiaro dal testo dell’interpellanza: “Quanti bambini ad oggi – chiede Soffritti – sono stati affidati a persone single (e, tra queste, quante si dichiarino omosessuali) e quanti bambini a coppie omosessuali nel nostro comune?”.

Ci vuol poco a capire che una risposta puntuale alle sue domande comporti almeno due cose: che il Comune chieda l’orientamento sessuale ai genitori single affidatari, che questi vengano schedati proprio per tale orientamento. A Cruciani che glielo fa notare, Soffritti risponde in modo variegato: “Più o meno, diciamo così, ma non è vero, non è un censimento”, “non è proprio un censimento, è informazione in più”, “non è una mappatura”. Fino al classico “Io la querelo” prima di chiudere la chiamata.

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