Politica
19 Luglio 2019
Il consigliere di opposizione: "Non dovremmo sforzarci tutti di imparare, invece di pretendere di insegnare il Vangelo a chi lo studia tutti i giorni?"

Monache clarisse, Maresca risponde a Mosso: “La guerra della Lega alla Chiesa è fuori controllo”

di Redazione | 2 min

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Dario Maresca

“La guerra senza quartiere scatenata dalla Lega alla Chiesa cattolica e ai suoi valori fondamentali mi sembra ormai fuori controllo”. Non perde tempo per arrivare al punto Dario Maresca del gruppo Gente a Modo nel condannare l’intervento del consigliere comunale leghista Alcide Mosso, che ha criticato l’appello per aiutare i migranti delle monache clarisse affermando che “soccorrere una persona che abita a Mizzana o a Francolino, è meno esotico e meno romantico che aiutare i migranti che vengono dall’Africa misteriosa dopo viaggi avventurosi. Ma i bisognosi esistono anche fra i nostri concittadini”.

Una “provocazione gratuita” per Maresca, secondo cui le dichiarazioni di Mosso rappresentano “innanzitutto una mancanza di rispetto a persone che hanno consacrato la vita a Dio, dalle quali tutti coloro che si dicono cristiani hanno solo da imparare. Mosso, che evidentemente le frequenta poco, non sa (o finge di non sapere) quanto di bene già fanno per tante persone in difficoltà sia materiale che spirituale. E se ora queste sorelle, un vero polmone spirituale nel cuore della nostra città per cui rendere grazie, ci vogliono indicare con la parola e con l’esempio un passo ulteriore per essere fedeli ai valori evangelici oggi, non dovremmo sforzarci tutti di imparare da loro, invece di pretendere di insegnare il Vangelo a chi lo studia tutti i giorni?”.

“A fare certe critiche – continua Maresca – si rischia di cadere nel comportamento del levita nella parabola citata da Mosso: quello che pensa di essere il depositario della verità ma non si lascia toccare dalla sofferenza dell’uomo colpito dai briganti, e che antepone ritualità e tradizioni alla carità, la più grande delle virtù e l’essenza stessa di Dio. Il prossimo è il più bisognoso, non il più vicino. Basta essere stati attenti un paio di volte a catechismo per saperlo. I samaritani erano per i giudei un popolo straniero, ostile, eretico, ma la parabola ci insegna che non è questo che fa la differenza, bensì la compassione per chi è nel bisogno. Non esiste nessun prossimo più prossimo, esiste solo il nostro limite umano nel non saper amare tutte le persone con lo stesso amore, nel non saper riconoscere davvero in tutte le persone il volto di Cristo”.

Il consigliere di opposizione conclude affermando che “la politica può dividersi su chi aiutare e chi no, su come farlo e anche su chi discriminare e chi no, ma per favore non si pieghi il Vangelo a interpretazioni fantasiose. Due consigli quindi per il collega consigliere: rispettare le persone consacrate e ripassare il Vangelo, ne trarrà credo maggior beneficio anche per l’importante ruolo a cui i cittadini lo hanno chiamato”.

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