Furto nella notte al centro commerciale “Le Valli”
Nella notte, a Comacchio, al centro commerciale "Le Valli", un gruppo per ora ignoto alle forze dell'ordine ha forzato la porta d'ingresso per raggiungere la gioielleria "Blue Spirit"
Nella notte, a Comacchio, al centro commerciale "Le Valli", un gruppo per ora ignoto alle forze dell'ordine ha forzato la porta d'ingresso per raggiungere la gioielleria "Blue Spirit"
Stava tornando a casa dopo il primo giorno di scuola, quando - per cause al vaglio degli inquirenti - un'automobile guidata da un operaio che stava andando al lavoro lo ha investito
Era stato arrestato a settembre 2022 dai carabinieri con l'accusa di aver messo a segno due furti con strappo a Pontelagoscuro, ai danni di donne in bicicletta. Lo scorso novembre, per uno di quegli episodi, era già arrivata una prima assoluzione, e ieri (lunedì 15 settembre) il tribunale di Ferrara ha confermato la stessa decisione anche per l'altro fatto
Un acceso alterco con una prostituta è degenerato in un'aggressione con rapina. È quanto accaduto nel pomeriggio del 23 luglio scorso in via Modena, nei pressi di un bar, dove i carabinieri della Stazione di Villanova sono intervenuti dopo la richiesta di aiuto di un giovane trentenne
Le Volanti della polizia di Stato della Questura di Ferrara hanno arrestato un uomo di 39 anni, gravemente indiziato del delitto di rapina impropria
Si è concluso con una raffica di assoluzioni il processo che vedeva alla sbarra otto agenti della polizia penitenziaria di Ferrara, insieme al medico del carcere, con l’accusa di aver prodotto e presentato certificati medici falsi per non presentarsi al lavoro. Nell’udienza conclusiva, il giudice ha infatti assolto tutti gli imputati con formula piena, perché il fatto non sussiste.
“È la fine di un incubo – commenta l’avvocato difensore dei nove imputati, Denis Lovison – che per oltre due anni ha avuto un effetto molto pesante per i miei assistiti e le loro famiglie, che ora potranno finalmente tornare alla serenità”.
L’inchiesta era partita in seguito a un periodo di notevole tensione tra diversi agenti della polizia penitenziaria e il loro comandante di reparto, Lisa Brianese, che portò anche il sindacato Sappe a proclamare l’astensione ad oltranza dalla fruizione della mensa di servizio e del locale spaccio, per protestare contro la dirigente accusata di “non avere il polso necessario per far valere l’autorità che rappresenta nei casi di tensione tra agenti e carcerati”.
L’allora direttore del carcere Carmela Di Lorenzo inviò un documento alla magistratura ferrarese lamentando gravi difficoltà organizzative nel carcere dovute alle numerose assenza in corso in quel periodo.
Da lì partirono le indagini sulle assenze nella casa circondariale di nove agenti e sui certificati firmati dal medico. Le iniziali ipotesi di accusa (truffa, falso ideologico e violazione del ‘decreto Brunetta’ contro l’assenteismo negli enti pubblici) furono derubricate nel corso delle udienze preliminari a falso ideologico e uso di atto falso, mentre la posizione di uno dei poliziotti fu archiviata nelle prime battute.
A dar forza alle accuse della procura erano in particolare le analisi sulle celle a cui si agganciavano i cellulari degli imputati nei giorni delle visite dal medico, che in alcuni casi mostravano che il telefono del medico e quello del paziente non si trovavano nella stessa zona all’ora della visita.
Un dato che tuttavia non è bastato ad avvalorare le accuse, anche per via del fatto che, come rilevato dall’avvocato Lovison, basta che un agente si sia recato in qualche occasione dal medico senza telefono per far saltare tutte le possibili conclusioni legate alla ‘geolocalizzazione’ degli imputati nei giorni delle visite.
“Sono molto soddisfatto – commenta il legale al termine dell’udienza – sia per quanto riguarda l’aspetto professionale, perché difendere dieci posizioni contemporaneamente è una sfida impegnativa a livello lavorativo, ma anche e soprattutto sul piano umano, perché queste persone dopo tre anni hanno avuto giustizia, soprattutto se si considera che sono agenti della polizia penitenziaria che si sono ritrovati imputati in un processo penale. È una situazione molto difficile per chi già per lavoro si ritrova a trascorrere gran parte del proprio tempo nel carcere, in un contesto molto impegnativo sia per chi ci lavora che per le famiglia che stanno loro accanto”.
Anche il segretario generale del sindacato Sappe, Giovanni Battista Durante, e il suo omologo nazionale Francesco Campobasso – commentano con soddisfazione la sentenza: “Abbiamo appreso con grande soddisfazione che il il nostro personale, in servizio al carcere di Ferrara, non ha commesso alcun reato, in ordine all’ipotesi di truffa aggravata ai danno dello Stato, per le presunte false malattie e certificazioni mediche. Siamo sempre stati molto fiduciosi rispetto all’esito positivo del processo. Ancora una volta la polizia penitenziaria di Ferrara, come d’altra parte la stragrande maggioranza degli uomini e delle donne del Corpo, ha dimostrato la correttezza del proprio operato e del proprio comportamento, rispetto ad ipotesi di reato e, a volte, ad iniziative disciplinari, nella maggior parte dei casi prive di fondamento”.
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