Politica
28 Giugno 2019
Primo tavolo tecnico in Comune per trovare soluzioni alle famiglie che rimarranno senza alloggio. Il vicesindaco Lodi e l'assessore Coletti raccolgono la disponibilità del mondo del volontariato: "Ma nessuna agevolazione sugli alloggi popolari"

Chiusura campo nomadi: “Con le associazioni ospiteremo tutti, ma no corsie preferenziali”

di Redazione | 2 min

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“Il nostro progetto è lavorare insieme alle Associazioni di volontariato, alla Caritas, alle cooperative, all’Opera Nomadi e ai Servizi sociali per trovare una soluzione abitativa diversa, per le famiglie che alloggiano nel campo di via delle Bonifiche. Questa mattina, venerdì 28 giugno in Comune, si è tenuto il primo tavolo operativo con tutti i soggetti coinvolti e il mandato è preciso: informare le famiglie del programma di chiusura del campo e raccogliere le disponibilità delle associazioni per ospitare i nuclei che vogliono essere aiutati. Progetteremo percorsi di uscita che tutelino minori e soggetti fragili, ma non creeremo corsie preferenziali per quanto riguarda gli alloggi popolari né metteremo a disposizione stabili pubblici o terreni per nuovi insediamenti”.

Il vicesindaco Nicola Lodi, insieme all’assessore alle Politiche Sociali, Cristina Coletti, ha incontrato rappresentanti del terzo settore (don Domenico Bedin-VialeK, Caritas, Opera Nomadi, coop il Quadrifoglio) e dirigenti degli uffici del Comune e dell’Asp afferenti ai Servizi Sociali, per fare il punto sulla situazione del campo di via delle Bonifiche.

“Il campo va chiuso con urgenza perchè non presenta condizioni di vivibilità – ha ribadito il vicesindaco – per questo abbiamo convocato un tavolo di lavoro attraverso il quale vogliamo studiare e mettere in pratica soluzioni condivise, ma concrete. Le associazioni si sono dimostrate disponibili a collaborare e contiamo sul loro aiuto per trovare, in breve tempo, collocazioni adatte ad ospitare le famiglie che ora vivono in una condizione inaccettabile di degrado”.

L’assessore Coletti ha precisato che “nonostante già da anni le famiglie siano seguite dai servizi sociali, molte beneficino dei redditi di cittadinanza di carattere regionale e siano stati attivati numerosi tentativi di inserimento lavorativo e abitativo, in questa fase il Comune prevederà progetti di accompagnamento”.

Saranno pianificati percorsi condivisi “dedicati in particolare ai nuclei che dimostrano disponibilità a ricevere l’aiuto e che, realmente, intendono usufruirne per raggiungere un’autonomia gestionale”, e tuttavia “non sono previsti interventi di sostegno abitativo differenti da quelli riservati a tutti gli altri cittadini”, ha specificato Cristina Coletti.

“Chi ha già presentato domanda per l’alloggio popolare verrà chiamato secondo la graduatoria e non ci sarà alcuna agevolazione particolare nell’assegnazione di case Acer a queste famiglie”. Inoltre “da parte dell’Amministrazione non c’è disponibilità ad assegnare o a mettere a disposizione stabili afferenti al patrimonio pubblico né terreni, nemmeno per situazioni temporanee, i cui costi ricadrebbero ancora una volta in carico dei cittadini”.

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