Portomaggiore
22 Giugno 2019
Il giudice descrive la sua “fredda e spietata geometria criminale”

Igor disprezzava le vittime che uccideva

di Redazione | 3 min

Leggi anche

Tredicenne bullizzato e vittima di estorsioni dai compagni di scuola

Bullizzato e vittima di estorsioni da parte dei suoi compagni di classe. Un tredicenne ferrarese ha ottenuto giustizia grazie all'intervento dei carabinieri che hanno individuato i suoi aguzzini, tre suoi coetanei, ritenendoli i presunti autori del reato e segnalandoli alla Procura presso il Tribunale dei Minorenni di Bologna

Minorenne in fuga dalla struttura di accoglienza, avviate le ricerche

Un altro minore si è allontanato da una struttura di accoglienza e attualmente risulta irreperibile, così da avere attivato il piano persone scomparse della prefettura. Si tratta di Muhammad Said, nato in Pakistan il 20 settembre 2007, che pare abbia manifestato l'intenzione di raggiungere alcuni suoi parenti a Milano

Goro ricorda l’eccidio della Macchinina

Si è scelta la sala consiliare del Municipio di Goro per la commemorazione e il ricordo di una delle pagine più buie della provincia ferrarese. Era il 28 marzo 1944 quando Ernesto Alberghini, Luigi Cavicchini, Arrigo Luppi, Augusto Mazzoni e don Pietro Rizzo, allora parroco di Jolanda di Savoia, furono barbaramente uccisi dagli uomini della Repubblica Sociale

Arrivava a disprezzare le vittime che uccideva. Come se soccombere, anche disarmati, sotto i colpi delle sue pistole togliesse dignità agli innocenti cui toglieva la vita.

È una delle caratteristiche del profilo criminale di Igor il russo, al secolo Norbert Feher. Il giudice Alberto Ziroldi ha depositato le motivazioni della sentenza che lo scorso 25 marzo ha condannato in rito abbreviato all’ergastolo il pluriomicida, colpevole della morte della guardia ecozoofila volontaria Valerio Verri e del tentato omicidio dell’agente di Polizia provinciale Marco Ravaglia a Portomaggiore.

Secondo la perizia psicologica, citata nelle 26 pagine di motivazioni, Feher presenta un disturbo misto di personalità, con caratteristiche che soddisfano la rispondenza al disturbo antisociale e narcisista, con un livello di psicopatia definito “molto alto”. Nello stesso tempo viene esclusa la ricorrenza di sintomi compatibili con disturbi bipolari, con psicosi o con qualsiasi altra patologia su base organica in grado di modificare la percezione della realtà, o influenzare le sue capacità volitive o intellettive in relazione ai fatti per cui è a processo in Spagna.

Le perizie effettuate su Igor, quella psicologica e quella medico-legale, risultano inoltre concordi nel descrivere l’imputato come “totalmente cosciente dei fatti e delle loro ripercussioni legali”, assunti come conseguenze “di un calcolo costi-benefici”. Tutto attraverso una condotta “organizzata e logica, finalizzata alla difesa dei propri interessi”.

Quanto basta per negare, come chiedeva la difesa, qualsiasi attenuante al 38enne killer serbo.

Nel caso dell’omicidio di Valerio Verri e del tentato omicidio di Marco Ravaglia, “è la lucida freddezza del Feher che, realizzata la possibilità di essere catturato o comunque segnalato e rintracciato dopo la commissione dell’omicidio del Fabbri (assassinato una settimana prima a Budrio, ndr), mette in atto la volontà di soppressione accompagnata da espressioni di marcato disprezzo verso la vittima che costituiscono la cifra della propria attitudine antisociale”.

“La lucida, fredda, spietata geometria criminale dell’imputato – prosegue il tribunale – non lascia sbavature nella fase esecutiva o evocare rivisitazioni critiche che possano suonare come autentico pentimento o come inizio di una revisione critica; in perfetta coerenza con la propria Veltanshauung, Feher non ha inteso fornire alcun autonomo contributo alla ricostruzione dei fatti, rivendicando con compiaciuto orgoglio di «essere pagato per tacere»”.

Per il giudicante, infine, la “confessione dei reati (peraltro non completa) si riduce ad una semplice contabilizzazione sequenziale refrattario ad ogni profilo di autocritica, quasi come fosse inserita in un fluire deterministico, oggettivamente non associata ad alcuna prospettiva di mitigazione della pena che, peraltro, Feher non sembra nemmeno attendersi”.

“Le ultime righe della sentenza sono trancianti” secondo l’avvocato Fabio, parte civile per la famiglia Verri. “Valerio Verri – prosegue – non è morto nell’adempimento proprio dovere. Era un pensionato civile sopttoposto a un rischio che noi riteniamo non avrebbe mai dovuto correre, sia perché qualcuno avrebbe dovuto interrompere il servizio nella zona rossa, sia per le modalità con cui è avvenuta la morte”.

Si dice soddisfatto della sentenza l’avvocato Denis Lovison, per Marco Ravaglia, “soprattutto nella parte in cui Norbert Feher è stato riconosciuto uno spietato criminale e per il fatto che l’attività processuale non ha permesso di ricavare elementi favorevoli all’imputato”.

“Siamo anche felici – prosegue – che il giudice sia stato in grado di riconoscere le fantasie e le farneticazioni di Feher quando ha affermato di aver ucciso Valerio Verri e tentato di uccidere Marco Ravaglia perché si è sentito minacciato da quest’ultimo”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com