di Marcello Celeghini
L’Arcispedale S. Anna di Cona si appresta a ospitare, giovedì 20 giugno, un convegno nazionale che affronterà il delicato tema delle infezioni ospedaliere. La giornata di studi, dal titolo “La gestione appropriata delle infezioni in riabilitazione: indicazioni strategiche”, vedrà gli interventi di alcuni tra i maggiori esperti italiani del settore.
Il convegno è promosso dall’Unità Complessa di Malattie Infettive, in collaborazione con il Dipartimento di Riabilitazione e l’Unità Gravi Cerebrolesioni, per affrontare le tematiche inerenti la gestione diagnostico e terapeutica delle patologie infettive correlate all’assistenza sanitaria. La giornata contribuirà all’approfondimento e all’aggiornamento sui rischi sempre maggiori rappresentati da agenti patogeni multiresistenti in un ambito particolarmente delicato come quello di un centro di riabilitazione.
“Il tema delle infezioni e in particolare di quelle multifarmacoresistenti – spiega Antonella Grotti, direzione medica di presidio – costituisce un problema emergente in sanità. I reparti che ospitano pazienti critici e fragili sono quelli che hanno il maggior rischio di complicanze infettive severe da patogeni. Durante il convegno, nelle diverse sessioni, verranno affrontate tutte le fasi che caratterizzano la presa in carico di un paziente in una struttura ospedaliera”.
Una collaborazione tra diversi dipartimenti ospedalieri che può aiutare a risolvere problemi patologici sempre più complessi e multidisciplinari. “Il fatto di essere finalmente tutti all’interno di una unica struttura – sottolinea la direttrice dell’Uo Gravi Cerebrolesioni, Susanna Lavezzi – aiuta moltissimo a migliorare le possibilità di risoluzione di casi anche complessi che arrivano da tutta Italia”.
Non mancheranno anche importanti novità. “Durante il convegno – rivela Marco Libanore, direttore di Malattie Infettive – parleremo anche di un nuovo antibiotico a nostra disposizione, la Dulbavancina, che in una unica somministrazione produce effetti per oltre dieci giorni e in appena due somministrazioni è in grado di curare patologie come endocarditi”.
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