Politica
19 Giugno 2019
Eva Croce: "Accusata di essere portatrice di Gender, non ho intenzione di abbassare la guardia". Popolo della Famiglia: "Tradimento che non ha a che vedere con il bene della collettività". Macario stempera: "Segnale positivo che può fare solo bene"

Sindaco leghista e gay friendly divide la destra e la comunità Lgbt

di Elisa Fornasini | 5 min

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Il fatto che Ferrara sia considerata una città ‘gay-friendly’ anche sotto la bandiera leghista divide sia gli attivisti Lgbt che gli stessi militanti della destra guidata dal Carroccio. L’incontro tra gli esponenti di Arcigay e il sindaco Alan Fabbri è andato di traverso ad alcuni membri della comunità arcobaleno – che parlano di un “inchino al potere”, “legittimazione della Lega” se non di una vera e propria “operazione di greenwashing” – tanto quanto ad alcuni politici e simpatizzanti di destra che vedono questo confronto come un “tradimento”.

A fare più scalpore è la ‘foto ricordo’ tirata fuori dal cassetto dal consigliere del Pd Davide Bertolasi che immortala Nicola ‘Naomo’ Lodi in un blitz al festival Tag con in mano il cartello “Mamma + papà = figli e famiglia, tutto il resto è macedonia” salvo poi, due anni dopo, farsi fotografare a braccetto con Eva Croce, presidente provinciale di Arcigay e coofondatrice del gruppo Transfer.

“Nessuno dimentica: come donna trans, con tutte le accuse da parte della Lega di essere una portatrice di Gender, non ho certo intenzione di abbassare la guardia, ma nemmeno di stare alla finestra a guardare non so cosa” assicura Eva, guidata dallo spirito di “mettere le mani avanti, di domandare, di vedere di persona cosa si intenda fare a Ferrara”.

Un gesto compreso da Simone Buriani, primo attivista lgbt in lista con il Pd come ormai ex candidato consigliere: “Per un’associazione che si pone come obiettivo la difesa e la promozione dei diritti civili, l’interlocutore principale resta sempre e comunque l’amministrazione e il governo (di qualsiasi colore essi siano in un dato momento storico). Sicuramente ci sono fasi storiche o governi che abbiamo potuto sentire legittimamente più vicini ma questo non ci dispensa dal trattare con chi ora tiene le redini. Ci passeranno tutti, per amore o per forza. È stato presentato il documento politico e il Sindaco, quanto meno a parole, si dimostra concorde sulle istanze promettendo sponda nella realizzazione delle stesse. Da domani si inizia a lavorare e se qualcuno disattende la parola data l’opposizione sarà dura e continua. Quella fotografia che tanto scandalo ha destato non sancisce una alleanza ma resta come testimonianza indelebile di apertura del Sindaco e se da domani non fosse così sapremo come presentare il conto“.

Un atto di apertura che scatena le ire di Mirko De Carli, coordinatore Alta Italia del Popolo della Famiglia: “A Ferrara la nuova giunta comincia male. Se “liberare” la città estense da oltre 70 anni di governo monocolore vuol dire dare il patrocinio al gay Pride direi che non siamo sulla buona strada. Sindaco Alan Fabbri si parla e ci si confronta con tutti ma non si dà il patrocinio a iniziative che nulla hanno a che vedere con il bene della collettività. Noi speriamo davvero in 5 anni di buon governo, non deludere tremendamente queste attese”.

Attese già tradite secondo l’omologo locale Alberto Pinamonti: “Ma allora qual è la differenza tra lui e Modonesi? – punzecchia il referente ferrarese del Pdf -. Sarebbe una presa in giro colossale, un tradimento in piena regola rispetto a quanto annunciato in campagna elettorale. Urge immediata smentita! Quanto attribuito a Fabbri è assai grave, in particolare per l’interferenza Lgbt a livello educativo. Il sindaco può ricevere tutti e ribadire la sua ferma contrarietà a questo approccio ideologico, questo avrei voluto leggere”.

A stemperare la polemica tra difensori della ‘famiglia tradizionale’, attivisti ‘collaborazionisti’ e lo zoccolo duro arcobaleno ci prova Manuela Macario della segreteria nazionale Arcigay: “In questi mesi Arcigay Ferrara si è battuta con i denti non solo per eleggere un suo rappresentante, candidato nelle liste del centrosinistra, ma per non regalare la città in mano a forze politiche lontane dai nostri valori, antirazzisti, democratici e libertari. Ma, in base a quei valori democratici, Alan Fabbri è al governo di questa città. E visto che Arcigay non è il “circolo dei froxxi e delle lesbiche” che si ritrovano per giocare a briscola, ma un’associazione di promozione sociale molto attiva sul territorio, portata avanti da volontari e volontarie, è nostro dovere garantire a tutte e tutti continuità nelle azioni fino ad oggi fatte, crescita e prospettive”.

“Non siamo un partito politico, non è nostro compito fare opposizione, è nostro imperativo continuare a lottare perché non si faccia a Ferrara un solo passo indietro sui diritti, perché il clima di rispetto che caratterizza la nostra città venga mantenuto, perché Ferrara non diventi una città omofoba – prosegue Macario -. E per farlo abbiamo come unico interlocutore il Governo di questa città, il quale ha due possibilità: iniziare una caccia alle streghe come succede in altri Comuni e Regioni o dichiarare e poi ovviamente dimostrare con i fatti che Ferrara non legittimerà nessuna forma di omofobia e che le istituzioni sono dalla parte dei diritti e delle persone tutte”.

“Questo è il motivo del nostro incontro e queste sono le rassicurazioni che ci ha dato Alan Fabbri, a cui ora spetta il compito di governare e di mantenere la parola data. A noi spetta quello di proseguire nelle nostre battaglie, proporre, stimolare, pungolare e se servirà criticare aspramente” spiega l’esponente Arcigay che non considera questo incontro come un traguardo ma come “l’inizio di un percorso che è nuovo per tutta la città ed è un segnale positivo che può fare solo bene alla comunità lgbti+ e ai cittadini tutti che hanno bisogno di tutele, di sapere che l’amministrazione non è nemica, di un’associazione che garantisca loro il diritto alla visibilità, il diritto a essere famiglie, il diritto a essere felici”.

Macario suona il gong sul ring: “Ecco cosa c’è dietro a quella foto che tanto suscita polemiche. C’è il segnale che tutto questo a Ferrara continuerà a essere garantito. È solo un segnale, ora ci aspettano i fatti. Ma i segnali sono importanti in un’epoca di odio e divisioni. E se non vogliamo anche noi alimentare odio e divisioni, restiamo uniti, partecipiamo sempre più numerosi ai Pride, al nostro Pride di Ripagrande 12, il 28 giugno. Chi si sottrae si arrende”.

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