Cronaca
12 Giugno 2019
Riuniti alcuni dei procedimenti pendenti a carico di Stefano Tarascio, finito in carcere a fine maggio per la truffa dell'assegno su Whatsapp

Tre processi in uno per il truffatore seriale

di Daniele Oppo | 2 min

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Codici di carte di credito clonate utilizzati per effettuare acquisti abusivi per diverse migliaia di euro. Il tutto a danno di persone provenienti da tutta Italia.

E il protagonista è un nome ben noto alle cronache ferraresi: Stefano Tarascio, 30enne arrestato a fine a maggio dai Carabinieri per la truffa dell’assegno su Whatsapp grazie alla quale, insieme alla suocera, era riuscito a intascarsi 10.700 euro.

Questa volta avrebbe agito in combutta con altri soggetti rimasti ignoti, acquisendo in qualche modo i codici di diverse carte di credito clonate in varie parti d’Italia e i dati personali dei proprietari, riuscendo così a effettuare diversi acquisti online nel corso tempo: da biglietti ferroviari (alcuni poi fintamente rivenduti in un sito web specializzato) e aerei a materiale d’arredamento per alberghi, fino a pneumatici per auto.

Condotte che hanno portato Tarascio ad essere imputato in tre differenti processi, che il suo difensore – l’avvocato Filippo Sabbatani – è riuscito a far riunire in un unico procedimento per reati che spaziano dalla truffa alla detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici, fino alla ricettazione.

Dopo le relative denunce, identificarlo non è stato troppo difficile per gli inquirenti: in più di un’occasione ha infatti utilizzato telefoni cellulari intestati a lui o ha effettuato le sue attività truffaldine da linee internet intestate a lui o alla sua compagna.

A novembre si discuterà il rito abbreviato.

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