Politica
4 Giugno 2019
Commenti sgomenti da tutta Italia. Alan Fabbri: “Non condivido il messaggio, ma il Pd diffonde la paura”

Candidato con la pistola. Le reazioni: “Questa è la Lega a Ferrara”

di Redazione | 4 min

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(fermo immagine dal profilo facebook di Stefano Solaroli)

Ha attraverso tutta Italia lo sconcerto per il video fatto girare sui social con il candidato della Lega al consiglio comunale di Ferrara Stefano Solaroli con in mano la sua Beretta.

Mentre la bacheca facebook del diretto interessato si è riempita tristemente di insulti, da più parti – sia a livello nazionale che locale – sono piovuti messaggi di sdegno. A cominciare dalla vicesegretaria nazionale del Pd Paola De Micheli, che chiede al ministro dell’Interno e segretario della Lega Matteo Salvini di prendere “le distanze da Stefano Solaroli, il candidato pistolero del suo partito al consiglio comunale di Ferrara, e valuti se fargli fare un passo indietro in caso di proclamazione dopo il ballottaggio. Il video diffuso dal candidato consigliere sui social è sconcertante e pericoloso. Mostrare in bella vista un pistola è un fatto grave”.

De Micheli considera poi il fatto che il video “girerà anche tra i più giovani, compresi molti minorenni”, per giudicare “la vicenda doppiamente inquietante: è un messaggio violento, del tutto inadatto ad un uomo chiamato a rappresentare le istituzioni. È questa la sicurezza per Salvini? Fare il bullo sui social? Solaroli stesso parla di ‘contagio’, auspicando che le persone si armino a prescindere da reali e contingenti motivazioni. Ma si rende conto di cosa ha detto e cosa ha fatto? La sua inadeguatezza è evidente, Salvini gli faccia fare un passo indietro“.

La cultura “delle armi negli Usa ha costi in vite umane ed economici esorbitanti senza dare peraltro maggiore sicurezza ai cittadini, una cosa di cui il nostro Paese non ha certo bisogno. Peraltro, tenere un’arma da fuoco in giro per casa per fare un video, quando magari nelle altre stanze ci sono i figli e altri familiari, è una cosa estremamente pericolosa e preoccupante”.

Sulla vicenda interviene anche Pippo Civati di Possibile: “Un video che incita al possesso di una pistola. Il candidato leghista a Ferrara lancia un messaggio di rara violenza che smaschera, casomai ce ne fosse bisogno, il vero obiettivo della Lega: armare fino ai denti gli italiani, per fare un regalo alla lobby delle armi. Ma il risultato è quello di far aumentare le vittime di pistole e fucili. Un’Italia americanizzata. Eppure da altri Paesi – aggiunge Civati – arrivano ravvedimenti sul tema. Penso alla Svizzera, che ha di recente approvato con un referendum una stretta sulla detenzione delle armi. I leghisti invece vogliono le persone con la pistola sul cuscino. Una politica dell’insicurezza che la paura la fa venire”.

Anche il segretario regionale del Pd Paolo Calvano attacca: “Questa è la Lega di Ferrara. Fanno i moderati, fanno quelli che baciano il crocefisso, ma questo video racconta bene quello che sono. Quest’uomo, se Alan Fabbri vincerà le elezioni, entrerà in consiglio comunale a Ferrara. A Casalgrande (Re) il loro candidato sindaco era pronto a sparare in testa agli avversari politici”.

Stesso discorso per il segretario provinciale Luigi Vitellio: “Votare Alan Fabbri significa votare per quest’uomo. Un motivo in più per votare Aldo Modonesi”.

In tarda serata arriva anche il commento di Alan Fabbri, candidato sindaco della Lega a Ferrara: “Come candidato sindaco e, prima ancora, come cittadino, non condivido il messaggio del filmato e disapprovo, in generale, qualsiasi forma di ostentazione relativa all’utilizzo delle armi, ma ritengo altrettanto importante non esacerbare i toni su una vicenda di vecchia data. Il Pd che cavalca l’onda mediatica cercando di diffondere la paura non fa il bene dei ferraresi che dovrebbero, invece, recarsi al voto in un clima sereno, per scegliere chi sarà il prossimo sindaco della città sulla base dei programmi. Il video in questione risale al 2014, è stato rimaneggiato e diffuso ad arte, a qualche giorno dal voto, da chi ritiene di trarre beneficio da un clima avvelenato”.

In sintonia con quanto dichiarato da Fabbri, Andrea Maggi, come responsabile e capolista di “Ferrara Cambia” sente “il dovere di dissociarmi dal tenore e dal  contenuto di questo video (comunque vecchio e rimontato “ad arte”),  ripescato con metodi che stigmatizzo in maniera convinta. Credo anzi che questa vicenda sia solo un tentativo maldestro della controparte per distrarre l’attenzione sui veri problemi di Ferrara che questa amministrazione non ha per nulla risolto. Torniamo a parlare delle cose serie e concrete tralasciando vicende che qualificano in particolare chi ora le strumentalizza per mere ragioni elettorali”.

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