di Cecilia Gallotta
“C’è una bella differenza tra l’essere qui e fare il giro dei bar”. Non risparmia gli attacchi Aldo Modonesi durante la serata conclusiva della sua campagna elettorale, sotto i riflettori del palco di piazza Trento Trieste, dopo un momento conviviale presso il palazzo dell’ex Borsa, dove non è mancato il pubblico, e nemmeno il dj set.
Il rush finale di una campagna elettorale “iniziata con scarpe comode e maniche rimboccate” esordisce il candidato di centrosinistra, rimarcando la “sottrazione sistematica del candidato leghista” ad incontri e dibattiti: “Su 15 ne ha disertati 10 – attacca – perché sapeva che esauriti gli sloga-tormentone sarebbe emerso il vuoto delle loro proposte programmatiche”.
Ancor prima di elencare l’operato dell’amministrazione, per Modonesi merita una ‘menzione speciale’ “il vero volto della Lega” (così definisce ‘Naomo’ Lodi), “quello che ha presentato in pompa magna l’apertura della propria sede come presidio in zona Gad per poi non aprirla mai” attacca, non dimenticandosi di menzionare le recenti minacce e insulti al direttore di Estense.com “per aver fatto il proprio mestiere”.
Ma ce n’è anche per Salvini, il ministro “assenteista, che non sa far altro che selfie , incapace di uscire dalla modalità ‘campagna elettorale’ e che non si vergogna di parlare ai suoi seguaci dallo stesso balcone da cui si era affacciato Mussolini, come ha fatto a Forlì”.
“Un tempo avevamo i carri armati di Mussolini, oggi abbiamo i nuovi agenti di Salvini” paragona Modonesi, che contrappone la riqualificazione all’ “incapacità di distinguere tra un annuncio da campagna elettorale e un disegno credibile”.
Ma il “privilegio e la responsabilità di servire Ferrara”, il candidato lo esemplifica con il lavoro della ‘sua’ giunta e l’esperienza di esservi stato assessore: “dall’apertura di 4 scuole e 2 biblioteche alla ristrutturazione di stadio e velodromo, dall’assegnazione di 120 alloggi a 250 milioni investiti in cantieri edilizi, dall’abbassamento delle rette a 1500 bambini al raddoppiamento delle piste ciclabili”.
Ultima occasione per citare nuovamente i punti del proprio programma, declinato in tre temi: “quello del vivere bene con più servizi (scuole e case per chi ne ha bisogno) – illustra il candidato – del muoversi meglio (con più piste ciclabili, più autobus, più raccolta differenziata e teleriscaldamento) e infine del crescere ancora, con più lavoro, più impresa, più cultura, turismo e infrastrutture”.
Perché fra due giorni, secondo Modonesi, Ferrara “non dovrà solo scegliere un partito e una persona – conclude – ma dovrà scegliere fra due visioni distinte della città, l’una che cavalca il vento e l’altra che segue la rotta. E soprattutto, fra due giorni, Ferrara si gioca il proprio futuro come comunità”.
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