Spal
25 Maggio 2019
Fu terzino sinistro negli anni della gloriosa Spal di Paolo Mazza. Viveva a Ferrara

Spal in lutto, è morto il ‘tigre’ Gianfranco Bozzao

di Redazione | 2 min

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Davanti ad una cornice di pubblico meravigliosa, nonostante il meteo ed un campionato di grande sofferenza, i biancoazzurri battono il Pineto trovando la terza gioia consecutiva e soprattutto la salvezza aritmetica.

Spal, c’è il Pineto tra i biancazzurri e la salvezza

Chiudere il discorso salvezza, con un occhio puntato anche ai risultati delle altre. Nella gara di oggi contro il Pineto, l’ultima di campionato al “Mazza”, la Spal vuole chiudere bene la stagione davanti al proprio pubblico prima della trasferta di Olbia: la vittoria contro gli abruzzesi garantirebbe agli estensi la salvezza matematica

Stagione 1965-66. Da sinistra, in piedi: Muzzio, Moretti, Capello, Reja, Bozzao, Massei; accosciati: Bagnoli, Innocenti, Colombo, Pasetti, Cantagallo.

È morto a 83 anni una bandiera della Spal. Gianfranco Bozzao, terzino sinistro negli anni d’oro del patron Paolo Mazza è deceduto oggi a Ferrara, divenuta sua città d’azione.

Bozzao, nato a Venezia nel 1936, nella Spal ha giocato per nove anni, in due riprese. La prima dal 1958 al 1961, con 70 presenze,e la seconda (dopo una breve parentesi alla Juventus) dal 1962 al 1968, collezionando 158 presenze e un gol.

Il roccioso difensore macino inizia la sua carriera professionistica nella Salernitana che nel 1956 l’aveva prelevato in prestito dalle giovanili della Fiorentina. A Salerno non convince a la Fiorentina lo cede a titolo definitivao all’Arezzo, che militava allora in Interregionale Prima Categoria).

Nel 1958 viene premiato con il primo Cavallino d’oro, premio per il miglior calciatore dell’Arezzo messo in palio dal Quartiere di Santo Spirito.

Dal 1958 al 1961 conosce i suoi anni migliori da calciatore. E lo fa proprio a Ferrara, nella Spal di Paolo Mazza. Dopo tre campionati di Serie A giocati da titolare passa alla Juventus, che per averne la comproprietà cede alla Spal Cervato e la comproprietà di Carlo Dell’Omodarme.

I giocatori rientrano negli spogliatoi dello Stadio Comunale.
Sono visibili da sinistra in senso orario Reja, il portiere Cantagallo, Bozzao e Pasetti.

Alla Juve però Bozzao colleziona appena 7 presenze in campionato (e 6 in Coppa dei Campioni). Torna quindi alla corte di Mazza, e diventa una bandiera della Spal. Per la sua grinta i tifosi amavano chiamarlo ”Tigre”.

Era apprezzato, non solo dai suoi tifosi, per la signorile correttezza in campo. In una recente intervista a Estense.com ebbe a dire: “Io avevo una dote: sapevo indovinare abbastanza bene i tempi di entrata ed era difficile che toccassi le gambe dell’avversario. Così dei grossi falli non ne ho mai commessi. Non mi sono neanche mai lasciato andare, come spesso fanno ora, a plateali trattenute per la maglia o a inutili contestazioni”.

A Ferrara gioca 204 partite in Serie A e segna un gol nella sconfitta esterna contro il Milan nella stagione 1967-68, ultima stagione di Bozzao a Ferrara conclusasi con la retrocessione fra i cadetti.

L’anno successivo gioca nel Piacenza, contribuendo alla promozione in Serie B degli emiliani.

Come allenatore, dopo aver seguito in Serie D il Suzzara, il San Felice e il Manfredonia, nella stagione 1980-1981 è di nuovo a Ferrara, come vice di Battista Rota sulla panchina della Spal.

A lui si devono clamorose scoperte di talenti come allenatore: nelle giovanili del Padova allena Alessandro Del Piero, e in quelle del Parma segnala a Nevio Scala un tal Faustino Asprilla.

Abbandonato il calcio, era tornato a vivere a Ferrara con la sua famiglia.

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