Economia e Lavoro
21 Maggio 2019
La lettera di un gruppo di dipendenti di Invitalia per chiedere garanzie a favore di 80 lavoratori a rischio licenziamento per via del decreto dignità

Il grido di dolore dei precari della ricostruzione post-sisma

di Redazione | 3 min

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“Il 30 giugno 2019 i contratti dei lavoratori a tempo determinato della sede di Bologna scadranno, ma questa volta i precari potrebbero diventare disoccupati. In particolare, per circa un’ottantina di dipendenti, si è arrivati al numero massimo di rinnovi contrattuali stabiliti dal Decreto Dignità, e pertanto le uniche strade percorribili, oltre l’auspicata stabilizzazione, sono il licenziamento o una legge straordinaria che consenta di prolungare la loro situazione di precari”.

Mentre si ricordano i sette anni dal terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna nel 2012 e si celebra la ricostruzione,  una parte della macchina del post-sisma – 130 lavoratori della Invitalia (qui la lettera integrale) – lancia un grido di dolore e di allarme per le condizioni in cui si ritrovano circa 80 precari dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, società di proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze che offre supporto alle aziende e alle pubbliche amministrazioni.

Una situazione, quelle denunciata in una lettera del gruppo di dipendenti, che non emerge ora, ma venne già fatta notare dai senatori del Partito Democratico che al tempo avevano presentato un emendamento – bocciato dalla maggioranza – al decreto “sblocca cantieri”.

E così, nelle giornate in cui “si parla di 22 mila posti di lavoro in più sul territorio, di incrementi del Pil nazionale… purtroppo però, non si parla di una situazione di precariato che sta dietro questa immensa opera di ripresa, e che vede coinvolti un gruppo di giovani tecnici che da oltre sei anni si occupano dell’istruttoria delle concessioni ed erogazioni dei finanziamenti pubblici alle imprese”.

“Rivolgendoci alle principali sigle sindacali nazionali (Cgil, Cisl e Uil) abbiamo cercato di ottenere qualche chiarimento sul nostro futuro e capire le intenzioni dell’azienda, che purtroppo si nasconde dietro un silenzio assoluto, nonostante manchi oramai poco alla scadenza dei contratti – lamentano i lavoratori -. I sindacati confederati, in attesa di incontrare l’azienda e la Regione, hanno già emesso nei giorni scorsi, un comunicato stampa per denunciare ciò che sta accadendo. Sono poche le informazioni che riusciamo ad ottenere, e solo grazie ad un articolo di giornale abbiamo scoperto che è stato discusso, con esito negativo, un emendamento al Decreto Sblocca Cantieri che consentirebbe all’azienda di continuare a sfruttare il precariato per far fronte alla commessa in Emilia Romagna. L’unico interlocutore che in questo momento si è mostrato interessato alla nostra situazione è stata la Regione Emilia Romagna, la quale, in questi anni ha apprezzato il lavoro svolto dai ‘precari della ricostruzione’, e sa quanto potrebbe pesare per il territorio la loro sostituzione, con del nuovo personale da formare, nelle fasi finali delle liquidazioni”.

Il gruppo di dipendenti si chiede “perché un’azienda a partecipazione pubblica come Invitalia preferisca il precariato alla stabilizzazione” e come sia possibile che “a fronte di un Decreto Dignità che cerca di ridurre l’abuso dell’utilizzo dei contratti a tempo determinato” ci siano dei lavoratori che “debbano trovarsi a valutare se una deroga al Decreto stesso, come quella in discussione in questi giorni, sia l’unica alternativa alla disoccupazione”.

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