Politica
8 Maggio 2019
Maggi punge: "L'ufficio turistico non può distribuire solo mappe". Baraldi: "Ti auguro di non lavorare mai con quei professionisti"

Cultura e turismo, i candidati si punzecchiano al confronto

di Redazione | 4 min

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A mancare sono solo Fabbri e Modonesi, sostituiti da Andrea Maggi e Ilaria Baraldi, ma del resto, alla serata organizzata dal Gruppo dei 10 con i candidati sindaci interrogati su cultura e turismo dai direttori dei media locali – fra cui il direttore di Estense.com Marco Zavagli -, non ci si è fatti mancare nulla. Soprattutto in fatto di punzecchiature, che hanno coinvolto in particolare proprio i due sostituti.

Ad inaugurare la serata spetta a Roberta Fusari (Azione Civica), che nella sua idea di turismo non può non metterci dentro la questione ambientale, perché “aggiungere l’ambiente e la sostenibilità significa lavorare su tutto il territorio”, seguita da Baraldi che parla di un turismo come “punto di arrivo di una città che è in grado di produrre cultura se è colta”, ed è per questo che la ‘dem’ tira fuori “il concetto di cultura diffusa, che coinvolge tutti i livelli a partire dalle scuole, i cui studenti saranno sia fruitori che produttori di cultura”. Secondo Andrea Firrincieli (InnovaFe) turismo significa anche “rendere la città viva e quindi più sicurezza”, mentre per Tommaso Mantovani (M5S) Venezia “non è un modello, il modello è il turismo di qualità”.

La prima proposta, con annessa frecciata con Baraldi che risponderà piccata prima del suo secondo giro – “ti auguro di non lavorare con quei professionisti” -, arriva da Andrea Maggi: “Bisogna affidarsi a dei professionisti del marketing che lancino la città a livello internazionale. Non può esistere che Ferrara abbia l’ufficio turistico che distribuisce solo le mappe, c’è bisogno d’altro”. Il candidato di Italia in Comune Alberto Bova, invece, vorrebbe far leva sui fondi privati “dando la possibilità di scaricare i contributi nella dichiarazione dei redditi”; Giorgio Massini (Ferrara Libera) sostanzialmente concorda con Maggi nel credere che “manca comunicazione di Ferrara all’esterno”, mentre Massimo Masotti (in rappresentanza di Francesco Rendine, Gol) cita i “25 punti concreti su turismo, cultura, imprese e attività commerciali” pensati movimento.

Tutti concordi, gli otto, che il ruolo della componente privata sia imprescindibile per ogni discorso di sviluppo in ambito turistico e culturale, così come sull’Idrovia che necessita di essere completata. L’unico dubbioso rimane Masotti – “quelli fatti sono stati studi di infattibilità” dice ironico -, mentre Mantovani rivela di essere stato contrario al progetto “ma ci sono aspetti da valorizzare e andiamo avanti”. Anche Firrincieli è favorevole, ma con un po’ di malizia si chiede “dove sono finiti i fondi e se ce ne sono ancora”.

Un po’ più divisivo è il tema di palazzo Diamanti e del suo restauro. La prima a rispondere è Fusari: “O vogliamo fare quel passaggio di scala o essere la solita città di provincia che ha paura di innovare. Stiamo parlando di un padiglione temporaneo, si è lavorato con il ministero, poi l’ultimo giorno utile, per scelta politica, viene bloccato tutto”. Baraldi si allinea perché “palazzo Diamanti continua ad avere un progetto che ha vinto un concorso, e quindi regolare, non invasivo, di grande modernità che la prossima amministrazione continuerà”, e anche Firrincieli tutto sommato ci sta, perché “non è una struttura fissa e l’abbinamento moderno-antico si è fatto in molte città europee”.

“Non mi piace il rendering di palazzo Massari e di palazzo Diamanti, io 10 milioni li avrei messo su palazzo Prosperi Sacrati” commenta il candidato pentastellato, mentre la posizione del centrodestra è tranciante: “L’esempio concreto del fallimento dell’amministrazione. Il Comune credo abbia sbagliato a fare ricorso, e poi non si può parlare di turismo con la zona della stazione messa in questo modo”. Piccato, Bova replica a Maggi – “scopro che è sempre colpa dei negri” dice in maniera molto provocatoria – e poi usa il bastone e la carota: “Io Diamanti non l’avrei fatto così. Ma quando si arriva a una violenza così, perché bocciare il progetto a scopo politico l’ultimo giorno è una violenza, bene ha fatto l’amministrazione a fare ricorso”. Se per Massini l’elemento innovativo a fianco di uno antico “può essere un valore aggiunto”, Masotti paragona addirittura la passerella coperta prevista nel progetto a una pensilina valida per un ristorante o uno stabilimento balneare.

Masotti, Massini e Mantovani aprono anche alla possibilità lanciata di separare l’assessorato alla cultura e al turismo, e mentre Bova nega perché “deve essere lo stesso perché uno si deve appoggiare all’altro”, Maggi lancia la proposta di istituire “un assessorato specifico all’Università”. Il punto sulla questione, per Baraldi, è che “la cultura non è un prodotto che deve essere piegato a fini turistici” e in tale ambito bisognerebbe “mettere nelle condizioni per far partecipare attivamente i giovani ai percorsi culturali”. Il turismo, chiude Fusari, sarà anche “un motore economico, ma dobbiamo comunque continuare a lavorare sulla sua sostenibilità”.

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