di Giuseppe Malatesta
Comacchio. “Il sindaco usi un vocabolario per spiegarsi il perché di certi termini”. Non ritratta – a maggior ragione dopo le polemiche sollevate da Marco Fabbri, verrebbe da dire – il Coordinamento del Delta contrario alla rinaturalizzazione dell’ex zuccherificio di Comacchio. “È il progetto di una discarica edulcorata da una garzaia che accoglierà terreni forse decontaminati” ribadiscono anzi.
Nel convinto No al progetto di Sipro – proprietaria dell’area che ha ottenuto il nulla osta dell’ente Parco – entra in gioco anche la scarsa fiducia nei confronti della Petroltecnica, l’azienda che si occuperebbe della bonifica dei terreni da sversare. Il gruppo composto dalle consigliere di minoranza Maura Tomasi (Lega) e Sandra Carli Ballola (La città futura), da Legambiente, Sinistra Italiana e M5S ‘Comacchio e Lidi’ (Cora Bonazza) non nasconde infatti i “dubbi sulla decontaminazione di tonnellate di terreni che comunque, per legge, non sono utilizzabili per la rinaturalizzazione, ma che saranno sversati nel corso di dieci anni alle porte della nostra città”.
“Una discarica” insistono, e il termine campeggia anche ai piedi del palco di Palazzo Bellini, da cui il Coordinamento ha presentato nel corso di un incontro pubblico anche ben partecipato quella che Asoer (l’Associazione Ornitologi regionale) ha studiato come possibile alternativa progettuale, “una proposta vantaggiosa per il Delta, per la comunità locale e per il turismo naturalistico della zona”. A presentare l’idea è il presidente della onlus, Roberto Tinarelli: in sostanza, trattasi di un intervento di movimentazione dei terreni già presenti in loco per la realizzazione di una zona umida con isole, canneti e specchi d’acqua dolce poco profondi, ricavati grazie all’apporto di acqua dai canali circostanti. Un luogo ideale per specie animali non invasive come anatre e limicoli.
Per Tinarelli tra l’altro, la Garzaia immaginata nel progetto di Sipro non potrebbe fare a meno di attirare nell’area volatili poco graditi in un territorio vocato all’itticoltura. “Non sarebbe la prima volta che si realizza qualcosa di simile, abbiamo gli esempi di Argelato, Molinella e Mezzano dove sul finire degli anni Novanta abbiamo rinaturalizzato gli ex zuccherifici locali con ottimi risultati dal punto di vista ambientale. Oggi quelle aree godono di un rilevante interesse naturalistico e questo potrebbe avvenire anche qui a Comacchio” spiega Tinarelli.
Un progetto come quello illustrato potrebbe essere realizzato in un anno e sarebbe coperto da finanziamenti regionali già stanziati e previsti dal Psr 2014-2020 (‘Ripristino di ecosistemi’) in un bando in scadenza il 14 giugno. “Sipro dovrebbe cogliere l’occasione – è l’invito del Coordinamento. “Perché intervenire con terreni più o meno contaminati quando potremmo farlo con terreni naturali?”.
“Sipro non garantisce nemmeno la permeabilità del terreno, propone come nulla fosse terreni carichi di metalli pesanti in un’area su cui c’è interesse archeologico” si alternano Tomasi e Carli Ballola, smentendo qualsiasi accusa di ‘fake news’ piovuta dall’amministrazione comunale. “Sono stati invitati, ma non mi pare di vederli in platea” commenta Tomasi. “Stiamo solo facendo quello che fa l’opposizione, vigiliamo sul loro operato” aggiunge Carlo Ballola.
In platea c’è invece un tecnico della ditta Petroltecnica (che ha impianti operativi ad Ostellato). Il suo invito, nel mezzo del dibattito aperto, è sostanzialmente quello di fidarsi del lavoro di una ditta esperta di bonifica ambientale. Ma il Coordinamento, anche facendo leva sui procedimenti giudiziari a carico della ditta nel riminese, lo incalza con domande difficili da aggirare. E il clima si scalda. Tra gli intervenuti anche il pentastellato ferrarese Claudio Fochi, sostenitore del progetto e curioso di conoscere le criticità già note. “Non ce ne sono dal punto di vista naturalistico – risponde Tinarelli -, diverso è il discorso della sostenibilità finanziaria, che dipende dai tempi di presentazione del progetto”.
Il progetto in questione sarà presentato anche a Sipro il 6 maggio, che già aveva incontrato il Coordinamento di recente. “Abbiamo chiesto anche all’amministrazione un incontro – fa sapere Marino Rizzati, presidente di Legambiente Delta – ma finora non abbiamo ottenuto risposta”.
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