Poco più di un mese fa le cronache locali hanno riportato un episodio, a mio avviso inquietante, che riguarda la sanità ferrarese. Un candidato al ruolo di direttore di Chirurgia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, durante il colloquio orale previsto dalla procedura selettiva (al termine della quale aveva ottenuto il primo posto in graduatoria), avrebbe tranquillamente risposto di avere già in tasca la risposta scritta a una domanda che gli era stata posta.
Venuto a conoscenza dell’accaduto (non so in quale modo), un altro candidato avrebbe segnalato la “stranezza” al direttore generale che, a seguito di tale segnalazione, ha annullato la selezione per il conferimento dell’incarico quinquennale di dirigente dell’unità operativa.
Stando a quanto riportato dalla stampa, inoltre, la dichiarazione “irrituale” non risulterebbe nei verbali della commissione preposta ad esaminare i candidati.
Premesso che le mie osservazioni si basano esclusivamente su quanto pubblicato dai quotidiani, mi pongo più di una domanda. Come mai il candidato, che poi è risultato primo, aveva in tasca la risposta? Si è trattato di mera casualità o forse un angelo disceso dal cielo?
In alternativa, chi gli ha anticipato la risposta? Perché dai verbali della commissione nulla risulta di tutto ciò? Possibile che solo le proteste di un altro candidato abbiano indotto il direttore generale ad annullare la procedura di selezione?
Dopo ciò che si è verificato in Umbria (con candidati che già erano stati “istruiti” a dovere sulle domande) penso che l’accaduto debba essere vagliato con estrema attenzione. Non vorrei che si trattasse della punta di un iceberg anziché di un episodio isolato.
Immagino che il fatto sia stato segnalato alla Procura della Repubblica per la valutazione del caso, in modo da togliere ogni dubbio circa la regolarità delle procedure che determinano l’assegnazione degli incarichi nell’ambito della sanità ferrarese.
Alcide Mosso