Cronaca
16 Aprile 2019
Reazioni unanimi di condanna dell'episodio di un ragazzino ebreo aggredito con frasi razziste dai compagni

Bullismo antisemita in prima media, sdegno e condanna da politica e istituzioni

di Redazione | 9 min

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“Quando saremo grandi faremo riaprire Auschwitz e vi ficcheremo tutti nei forni, ebrei di…”. E’ la frase che sarebbe stata pronunciata da alcuni ragazzini di una scuola media di Ferrara nel rivolgersi a un loro compagno ebreo, prendendolo per il collo negli spogliatoi della palestra.

L’episodio è stato riportato dal Resto del Carlino sentendo le testimonianze della rappresentante di classe e madre di una alunna della scuola, anche lei di origine ebraica e nipote di sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti, e della dirigente scolastica. Una notizia che è subito rimbalzata sulle agenzie di stampa e inevitabilmente anche sui social, dove si parla di atto di bullismo a sfondo antisemita e di rigurgiti di razzismo amplificati dagli stessi social.

Questa lite tra ragazzini degenerata nella grave frase pronunciata all’indirizzo dello studente ebreo ha scatenato comunque un moto di sdegno e indignazione a ogni livello, politico e sociale, in una città che fra l’altro ospita una delle più importanti comunità ebraiche della nazione e, non a caso, il Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah. La dirigente scolastica della scuola media, informata dell’episodio, ha dichiarato al Carlino che avrebbe incontrato la madre del bambino offeso e preso i provvedimenti del caso, oltre ad aver inviato una relazione all’Ufficio Scolastico Territoriale. “Il bambino che ha commesso questo spiacevole gesto nei confronti del compagno di religione ebraica – prosegue – ha già avuto modo di scusarsi con la professoressa, con tanto di pianto, promettendo che queste cose non si ripeteranno mai più”.

Nelle sedi istituzionali la notizia è rimbalzata lasciando un certo sgomento, sia per la gravità dell’accaduto che per l’età dei protagonisti, circostanza quest’ultima che induce ad affrontare l’episodio con particolare delicatezza. Per l’assessore all’Istruzione Cristina Corazzari, infatti, “spetta alla dirigente scolastica e al corpo docente della scuola trattare nei giusti termini la situazione”. “Sono comunque addolorata e preoccupata – prosegue – che vi sia questo rigurgito di antisemitismo in un’età così bassa. Purtroppo il web e i social hanno sdoganato un linguaggio fatto di violenza e razzismo che non può portare nulla di buono: temo che prima o poi le parole verranno agite. Occorre un lavoro di prevenzione e discussione proprio nelle scuole, ma occorre anche intercettare le famiglie”.

Proprio la delicatezza della situazione è al centro di un intenso intervento del sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani: “Oggi ho parlato con la dirigente scolastica dell’ Istituto ferrarese dove alcuni bambini di prima media hanno offeso un compagno di religione ebraico con epiteti razzisti, espressioni che credo non nascano dal loro cuore ma da ciò che sentono e assorbiscono da quella parte di società sempre più intollerante. L’episodio risale ad oltre una settimana fa. La scuola – senza minimizzare o sottovalutare – si è subito attivata per aiutare i ragazzi a comprendere la gravità dell’accaduto e proprio per questo non ha voluto esaltare il fatto per tutelare i ragazzi che hanno bisogno di serenità e tempo per comprendere come il rispetto, la tolleranza e la dignità delle persone debba essere rispettata e perseguita. Sicuramente l’eco mediatico che si è creato non aiuta la presa di coscienza vera su cui i ragazzi devono lavorare, ma corre il rischio di creare un danno importante alle loro relazioni. Devo complimentarmi per quanto la scuola ha fatto e sta facendo. Dobbiamo essere orgogliosi dei nostri enti educativi che, con tenacia, sostengono la legalità e la democrazia a tutti i livelli, partendo in particolare da un lavoro di educazione dei giovani affinchè sia rispettato l’articolo 3 della nostra  Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. L’educazione di cui oggi abbiamo maggior bisogno è allora proprio quella della libertà, della responsabilità, dell’intelligenza critica; l’unica in grado di spezzare le catene del conformismo, della rassegnazione e quindi dell’ingiustizia, rendendoci tutti capaci di operare coraggiosamente i cambiamenti necessari affinché i diritti e la dignità di tutti gli uomini siano rispettati e promossi”.

Condanna del gesto e solidarietà alla vittima arrivano da più parti, a partire dai principali candidati alla carica di sindaco di Ferrara. Sulla sua pagina Facebook Aldo Modonesi teme che ci si stia abituando all’odio e che lo stiano facendo anche i nostri giovani: “Chi pensa che gli episodi di intolleranza o le frasi lanciate on line siano solo folklore o eventi da liquidare come semplici sfoghi di teste calde – dice – non vede un problema evidente: oggi se sei donna, gay, migrante, disabile o ebreo corri concretamente il rischio di essere discriminato. Che tipo di società vogliamo lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti? Non possiamo non fermarci a riflettere come comunità”. Per Alan Fabbri, candidato leghista per il centrodestra, “le frasi con cui è stato offeso e minacciato non sono tollerabili nel 2019, specialmente in una città come la nostra nella quale è forte e radicata la presenza della comunità ebraica, che tanto ha inciso, e incide, sulla identità dalla città”. Fabbri chiede una ferma condanna dell’episodio e alla scuola “di vigilare su tutte le situazioni potenzialmente pericolose e poichè in questo caso ad essere evocato è il periodo più buio dell’umanità, riteniamo sarebbe opportuno intervenire, nel caso non sia stato già fatto, con attività di approfondimento sul tema, almeno per le classi interessate”, sperando che “la realtà di quegli orrori, studiata a fondo, disincentivi, nei giovani, qualsiasi forma di stupida adesione a slogan e posizioni che non possono più trovare spazio nella nostra cultura, né tantomeno nella nostra città”.

“Non posso che rimanere sconvolto da quello che successo allo studente della scuola media di Ferrara, vittima di un terribile episodio di bullismo a causa della sua religione”. È la reazione di Paolo Calvano, segretario e consigliere regionale del Pd. “È una vicenda tremenda – aggiunge Calvano – che non vorremmo sentire, così come non vorremmo ascoltare le parole usate contro di lui. Tutto questo mi sconvolge da padre oltre che da rappresentante delle istituzioni e della politica. Ma non possiamo rimanere indifferenti di fronte a questi episodi che ogni giorno ormai coinvolgono le nostre comunità. Dobbiamo reagire e contrastare questa violenza e questa ignoranza. Credo che tutto questo debba far riflettere gli adulti in primis, perché abbiamo delle responsabilità nei percorsi educativi e di formazione dei nostri figli e dei giovani, responsabilità alle quali non possiamo venir meno, come politici, come istituzioni scolastiche e come genitori”.

“Un forte abbraccio al bambino che è stato vittima di un bruttissimo episodio di bullismo perché di origine ebrea – dichiara Luigi Vitellio, segretario provinciale del Pd -. Un abbraccio ai suoi genitori che dovranno provare a spiegare un fatto che non ha nulla di spiegabile. È in questi momenti che dovremmo fermarci e capire che tipo di società stiamo creando o meglio distruggendo. Un vivere insieme che subisce picconate dalla mattina alla sera, perché quando pensi che per risolvere i problemi basti semplicemente trovare un nemico, quel modo di pensare infetta tutta la nostra comunità e spesso entra nelle teste delle persone più vulnerabili, che invece noi tutti dovremmo difendere. Il ragazzino che ha commesso questo gesto miserabile molto probabilmente non ha neanche capito cosa ha fatto, ma a noi grandi il compito non solo di condannare il gesto ma di far in modo che certe cose non accadano più”.

Ad associarsi alla condanna è anche Mauro Malaguti, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia: “La giovane età degli studenti non può essere una attenuante, perché comunque resta un problema educativo e culturale. Dopo aver fatto piena luce sulle responsabilità individuali, si organizzi per tutta la classe, magari accompagnata dai familiari, una visita al museo (Meis, ndr).

E condanna senza appello arriva anche dagli scranni del nostro Parlamento. Stefania Ascari, deputata del MoVimento 5 Stelle, si augura “che la preside assuma provvedimenti seri verso gli autori del gesto nella convinzione che l’antisemitismo in ogni forma non possa e non debba essere sottovalutato”, mentre per la senatrice ferrarese Paola Boldrini “non basteranno le scuse degli studenti per pacificare la questione, e neanche quelle delle famiglie, perché la leggerezza con cui è stata pronunciata la minaccia, chiamando in causa Auschwitz e i forni crematori, ci dice chiaramente che c’è inconsapevolezza della storia. Che c’è insensibilità, prepotenza. E non si possono derubricare avvenimenti di questo tipo a ragazzate. Un simile episodio è da stigmatizzare ovunque” “È evidente che l’hate speech – aggiunge la senatrice – il cosiddetto odio in rete, si sta diffondendo fuori dalla rete e non c’è più timore di nulla. Sta diventando incontrollato. È stato sdoganato. Sottoporrò il fatto alla commissione di cui sono membro perché l’unione di razzismo e bullismo, la loro rispettiva degenerazione, deve essere arginata». Ad aggiungere un commento fra i membri del Parlamento è Ylenja Lucaselli, deputata di FdI: “Da mamma – dichiara – non posso che addolorarmi di fronte al terribile episodio accaduto in una scuola media di Ferrara, dove un alunno è stato bullizzato perché di religione ebraica. Questo è il riflesso di un deficit di educazione purtroppo diffuso. Per lungo tempo è stata condotta una vera e propria crociata contro il valore la disciplina a scuola e oggi se ne pagano i danni, perché il rispetto, sia delle persone che delle regole, è la base per il funzionamento virtuoso della società”. “Il bullismo a scuola, nelle sue varie forme, è un fenomeno odioso”, dichiara Anna Maria Bernini, presidente Gruppo Forza Italia al Senato, che aggiunge: ” Spero che le sanzioni scolastiche siano esemplari, ma non bastano: questo deve indurre tutti a non banalizzare il valore della memoria, perché purtroppo l’antisemitismo è una malapianta mai estirpata”.

Provvedimenti vengono poi invocati da La Sinistra (Silvia Prodi, Igor Taruffi, Yuri Torri): “Siamo certi che scuola, genitori e istituzioni si stiano già muovendo per smuovere quegli anticorpi antirazzisti e antifascisti che, se anche presenti in tutti noi, hanno sempre bisogno di essere coltivati e stimolati. Siamo a loro fianco in questo sforzo. Esprimiamo la nostra solidarietà allo studente maltrattato e alla sua famiglia e chiediamo che siano presi tutti i provvedimenti del caso da parte della scuola nei confronti dei compagni di scuola, che speriamo abbiano possibilità di studiare e approfondire il senso delle loro affermazioni”.

Da segnalare infine la ferma condanna dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia (Ugei), che esprime “preoccupazione in quanto questo episodio è accaduto in un ambito scolastico e tra ragazzi molto giovani”. L’Ugei auspica che la stessa scuola “adotti un percorso di conoscenza della cultura ebraica e di quello che è stato il capitolo terribile della Shoah”. “Come espresso dalla presidente Keren Perugia – conclude l’Ugei – “è fondamentale che i giovani approfondiscano la loro conoscenza della cultura ebraica e capiscano che la Shoah è stato un capitolo buio e tragico per gli ebrei ma anche per tutta l’umanità. È importante rispondere agli episodi di odio antisemita con estrema fermezza ma anche con l’immensa ricchezza che per tutto il mondo è la cultura ebraica””.
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