Politica
5 Aprile 2019
Bilancio di fine (doppio) mandato. Sindaco e giunta: "Con buona volontà anche il problema dell'integrazione cambia faccia"

Tagliani tira le fila di dieci anni al governo: “Città cambiata in meglio”

di Elisa Fornasini | 5 min

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“Dopo dieci anni in cui abbiamo affrontato crisi economica, crac Carife e terremoto, qualsiasi città sarebbe in ginocchio mentre noi abbiamo fatto enormi passi in avanti in tutti i settori, mettendoci cuore, faccia, determinazione, coraggio e responsabilità”. Non nasconde le difficoltà, ma soprattutto l’orgoglio per il lavoro svolto dal 2009 ad oggi, il sindaco Tiziano Tagliani nel presentare il bilancio di fine (doppio) mandato.

L’analisi del primo cittadino e della sua squadra, che giovedì mattina ha quasi riempito l’Urban Center, parte dalla “gravissima situazione economica e occupazionale ereditata nel 2009” che “non ci ha frenato, anzi, ora siamo in grado di esibire una crescita del reddito pro capite terza in Italia e lo sblocco di praticamente tutti i cantieri: dalla tangenziale Ovest agli alloggi Acer fino al completamento dell’ospedale di Cona, tranne i lavori della metro di superficie che verranno consegnati a breve per l’interramento ferroviario di via Bologna”.

Dalle infrastrutture alla “riapertura di locali chiusi da decenni come Grisù, teatro Verdi, ex Mof, Meis, magazzini Darsena, Palaspecchi” il passo è breve e “dimostra la capacità di programmazione a lungo termine per trasformare i simboli del degrado in spazi pubblici, senza il supporto di istituti di credito e riuscendo anche a dimezzare il debito”.

La Ferrara di oggi, insomma, è una “città sostanzialmente cambiata, dove i servizi educativi hanno incrociato il mondo privato che ha consentito di ridurre le tariffe e di investire 400mila euro sulla qualità delle mense scolastiche; dove sono cresciuti i numeri degli studenti universitari e si può recuperare palazzo Gulinelli per evitare la fine del palazzo Melli, la sede del provveditorato che è crollata; dove è stato superato il conflitto tra grandi eventi e cultura diffusa come dimostrato dal recupero dell’eredità di Bassani”.

Il sindaco è un fiume in piena e spazia dall’impegno a difesa della legalità a quello della sicurezza: “La mafia nigeriana ci sarà sicuro – si lascia sfuggire – ma non ci sono sentenze o evidenze che lo confermino. Certo, ci sono problemi di integrazione tra immigrati e cittadini ma con buona volontà il problema cambia faccia”.

Anche il consumo di alcol e droga tra giovani, a detta di Tagliani, va affrontato in ottica diversa: “Ho appena firmato un’ordinanza che vieta la vendita di bevande alcoliche durante le feste dedicate ai minori ma il problema dell’alcolismo non riguarda solo gli esercenti quanto le famiglie”.

Il “coraggio di cambiare il sistema di raccolta rifiuti a un anno delle elezioni“, infine, “ci ha premiato con il livello di differenziata più alto della regione e le tariffe più basse della provincia” constata il sindaco prima dell’ultima riflessione: “Ci siamo beccati 26 esposti ma non ci siamo mai tirati indietro, pure il petrolchimico è stato additato come luogo dei veleni mentre è uno dei pochi siti che ha iniziato attività di bonifiche, investito 252 milioni e assunto 60 persone solo l’anno scorso”.

A presentare il report di bilancio è l’assessore alla Pubblica Istruzione Cristina Corazzari che illustra il pamphlet “suddiviso per temi piuttosto che per assessorati: città partecipata (come abbiamo condiviso le scelte con i cittadini), città delle persone (come abbiamo aiutato i cittadini in difficoltà), città dei bambini (come abbiamo lavorato con le famiglie per i loro ragazzi), città dello sport (come abbiamo creato comunità attraverso il gioco), città della cultura (come abbiamo incentivato cultura diffusa e creatività), città smart (come abbiamo progettato una città innovativa), città verde (come abbiamo pensato al benessere dei cittadini), città che si muove (come abbiamo avvicinato le persone e i territori), città della rigenerazione e del patrimonio (come abbiamo pianificato la Ferrara dei prossimi anni), città che produce (come abbiamo lavorato per una città a misura di lavoro)”.

Al resto della giunta è concesso un intervento flash. Il più conciso, e l’unico a strappare gli applausi del pubblico, è quello dell’assessore ai Lavori Pubblici nonché candidato sindaco Aldo Modonesi: “Una città normale ci mette quindici anni a fare quello che noi abbiamo fatto in cinque anni”.

Il vicesindaco Massimo Maisto si concentra sulla notizia del blocco al progetto di ampliamento di palazzo Massari: “Le città che non si muovono muoiono, le città di tradizione che si fermano muoiono prima. Il governo ha già bloccato il Paese e ora rischia di paralizzare anche la nostra città, lasciando i musei vecchi e poco attrattivi”.

Considerazioni più generali vengono dall’assessore all’Urbanistica, e candidata civica, Roberta Fusari che invita i cittadini a “cogliere la strategia di questa squadra di governo che con credibilità amministra la città guardando al futuro” e della collega alla Sanità Chiara Sapigni che rimarca “lo stile con cui abbiamo lavorato tra di noi, con gli enti, i sindacati, le imprese e i cittadini che ci ha permesso di assegnare sei milioni e mezzo di risorse a una trentina di gestori grazie allo strumento della coprogettazione”.

L’assessore allo Sport Simone Merli va particolarmente fiero degli “oltre cento bambini in condizioni familiari di povertà che ora possono permettersi di fare sport” e delle “discipline aperte alla disabilità che sono passate da due a sedici in quindici anni”. Mancano all’appello il ‘contabile’ Luca Vaccari e l’assessore all’Ambiente Caterina Ferri, sostituita dallo stesso sindaco che elogia “l’ufficio di progettazione europea che ha portato 8 milioni di euro per 10 progetti in città: alla prossima amministrazione lasciamo altri tagli del nastro da fare nei prossimi due anni, sempre se non ci mettono lo sgambetto di mezzo”.

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