Faccio il sovversivo 2.0
1 Aprile 2019

“Questa continuità ci farà ‘morire’”

di Faccio | 5 min

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L’ennesima vertenza, l’ennesima lotta, sempre contro il profitto e contro il capitale

Che la classe operaia abbia una crisi esistenziale non lo dico io, è un dato di fatto. Basti pensare che per la vertenza del 2013, quando ancora i social non invadevano le nostre menti come adesso, una sera mi alzai da tavola per andare in una sede di partito a pochi passi da casa, presi la parola e dissi  che la nostra BERCO stava per affondare e che, secondo me, il pericolo di scontri sociali tra di noi era molto vicino

Avete mai provato?

Avete mai provato ad uscire di casa alle 22,00 e fare ritorno alle 6,00 della mattina dopo e non per fare serata, ma per andare al lavoro? Avete mai provato a partire di casa quando sta per cominciare un evento serale che vi interessa? Avete mai provato ad andare...

Noi siamo la Berco

Sono giorni molto intensi quelli che stiamo affrontando in fabbrica, il clima non è per niente buono e non si lavora affatto bene, anche se la speranza che tutto si sistemi è sempre tra di noi: stiamo uniti, non dobbiamo fare l’errore di dividerci, tutti insieme per un unico scopo, cioè salvare l’occupazione e riportare Berco dove era un tempo

Riflessioni e opinioni di Claudio Mosca, ex dirigente presso uff. Commerciale della Berco, candidato per il MoVimento 5 stelle a Copparo.

Ciao Claudio, tra poco a Copparo sarà il momento delle scelte, ti posso chiedere come la vedi?

Ciao Michele, ti rispondo volentieri. Siamo in campagna elettorale ed i titoli dei quotidiani riportano ogni giorni le notiziole di ogni lista che si sbraccia per farsi notare dall’elettorato. Ognuno vuole dimostrare di fare e di valere qualcosa di fronte ai cittadini e siamo continuamente subissati da messaggi che in realtà non hanno niente di concreto.

In che senso? È chiaro che ognuno promette cose, ricordo per esempio Silvio Berlusconi che prometteva di togliere l’ICI, ce l’ha anche ripetuto come fossimo dei sordi rimbecilliti, disse “avete capito bene, toglierò l’ICI”.

Si è letto che c’è l’intenzione di fare un parco sul canale Naviglio, si è letto che ci sono bandi per piccole imprese e artigiani, si è letto di riunioni di architetti che si inventeranno “chissà cosa”… Non ho sentito nessuno fare una analisi spietatamente reale del nostro territorio e proporne una visione di sviluppo per il futuro.

Come la immagini la Copparo del futuro?

Non sto parlando di futuro immediato, ma una visione di futuro dei prossimi 20 anni. Poniamoci queste domande:
Il nostro territorio è in via di sviluppo oppure è in una cronica fase di depressione?
Negli ultimi 70 anni (dal dopoguerra ad oggi) si è sviluppato sul territorio una reale rete industriale alternativa alla Berco?
Se questa grossa fabbrica in crisi, di proprietà di una multinazionale, dovesse chiudere, che fine farebbe Copparo?
Che possibilità di lavoro stabile offre Copparo?
Ci sono servizi di assistenza sanitaria adeguati oppure i copparesi devono spostarsi in altre città per potersi curare?
Il centro di Copparo è stato rivitalizzato come più volte promesso dalle varie giunte che si sono succedute, oppure è un centro che langue nella depressione?
Le frazioni che ruotano attorno al Comune di Copparo sono vive oppure stanno morendo di inedia, dimenticate dalla amministrazione comunale?
Una volta risposto a queste domande, poniamocene una sola, costruttiva: Cosa si può fare per migliorare per uscire da questa stagnazione cronica?

Non dirmi che hai una risposta…

La futura amministrazione dovrebbe immaginare come sarà la realtà dei prossimi 20 anni e cercare di realizzare oggi le infrastrutture e le opere necessarie per affrontare le sfide future. Purtroppo, dalle notizie riportate sui quotidiani, si parla invece solo di affrontare le difficoltà immediate per consentire una sopravvivenza, e risulta chiaro che non è presente alcuna idea di futuro.

Copparo è un territorio isolato, mancano le infrastrutture per poter sviluppare un tessuto industriale.

I capannoni della zona industriale, per intenderci dopo l’Aliper, sono vuoti o impiegati dai giostrai che li usano come depositi per i loro macchinari, e questi sicuramente non realizzano produzioni e non creano posti di lavoro. Se una azienda volesse insediarsi in quella zona sarebbe completamente emarginata perché mancano collegamenti viari decenti per facilitare lo spostamento di merci.

Parli di viabilità?

La viabilità intorno a Copparo è per l’80% composta da strade che non hanno nemmeno la linea di mezzeria per dividere i due sensi di marcia a causa della strettezza della carreggiata, inoltre sono state sviluppate tutte sugli argini costruiti a suo tempo dagli scariolanti e da allora è stato fatto poco o niente per migliorare tale situazione. Le strade continuano a franare nei canali ed ogni anno vengono fatte manutenzioni solo per affrontare le emergenze, mai per mettere in sicurezza il territorio.

Copparo è collegata a Ferrara da quella sola vecchia strada che un tempo era affiancata da una ferrovia. Una strada che passa per frazioni e paesi, pericolosa e stretta per il traffico odierno.

Su questa strada transitano circa 600 autotreni al giorno, senza contare i mezzi agricoli che stagionalmente la invadono per spostarsi nei vari appezzamenti agricoli per la mietitura o l’aratura.

Una strada oltremodo pericolosa, ma che rappresenta l’unico collegamento per le comunità di Copparo, Cesta, Coccanile, Ambrogio, Cologna, Berra, Iolanda, Serravalle per poter raggiungere Ferrara. Anche la comunicazione con l’ospedale di Cona si basa unicamente su questa strada.

Non hai torto: è una strada molto pericolosa, io la chiamo Via Crucis, cosa ne pensi?

La pericolosità di questa strada ha indotto l’introduzione di limiti di velocità stringenti, al punto che i tempi di percorrenza per raggiungere Ferrara, l’ospedale o l’accesso alla autostrada va dai 45 minuti ad una ora.

Infatti è come la penso io, ora ti chiedo se hai idee concrete per il nostro centro storico e per le frazioni, a mio avviso lasciate un po’ troppo isolate.

Il centro storico potrebbe essere chiamato (B&B) che non significa bed and Breackfast, ma Banche e Bar, poiché sono le sole attività aperte nella zona centro.
Per rivitalizzare questa zona sarebbe necessario una infrastruttura che collegasse tutto il basso ferrarese alle grandi via di comunicazione (ferrovia ed autostrada).

Le frazioni dovrebbero essere tutte collegate a Copparo attraverso una rete di ciclabili per avviare quella riduzione di micropolveri che stanno avvelenando l’aria dell’intera pianura padana.

I collegamenti tra la città di Ferrara ed il basso ferrarese dovrebbero essere basati su mezzi di trasporto ibridi o elettrici, in modo da creare le basi per incentivare l’uso anche di auto elettriche da parte dei cittadini.

Grazie Claudio per la conversazione… pensi che anche il copparese possa essere d’accordo con te?

Il copparese deve capire che non c’è più molto tempo e che questa continuità ci farà morire, se vuole qualche cambiamento è il momento di decidere diversamente.

Grazie per aver letto questo articolo...
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