Politica
29 Marzo 2019
L'avvocato correrà da sindaco con Italia in Comune: "Il 40% non va a votare e il 15% è indeciso. L'unione fa la forza, ma se rimarrò solo ho le spalle forti"

Bova contro tutti: “Miro a chi non si riconosce in Fabbri e in Modonesi”

di Redazione | 3 min

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di Simone Pesci

Affiancato al tavolo da Paolo Orsatti, Alberto Bova è ufficialmente il candidato sindaco di Italia in Comune. L’avvocato, e attuale consigliere comunale di Ferrara Concreta, entra quindi fra gli aspiranti a ottenere lo scranno più comodo di palazzo Municipale il prossimo 26 maggio.

Non ha paura di mettersi in gioco da solo, ma Bova – che si candida con il movimento “probabilmente più civico che c’è in Italia” – continua a predicare che “se si vuole avere un ruolo politico importante a Ferrara, l’unione fa la forza”. La porta di Italia in Comune resta dunque – secondo i ‘pizzarottiani’ – aperta a tutti, con Bova che torna sul tema del Polo civico: “La convergenza sui programmi è sempre stato il primo obiettivo, chi fosse stato il candidato era una questione successiva. Finora non ci siamo riusciti, ma sono convinto che da qui, a quando ci sarà la scadenza per verificare le liste, ci sarà la possibilità di valutare le convergenze con uno o più protagonisti. Il rapporto con ogni candidato è ottimo, sono convinto che non sarò da solo in questo percorso, ma qualora dovessi esserlo credo di avere le spalle forti”.

Né Fabbri né Modonesi possono essere “le risposte della città, anche se li reputo entrambi validi” sostiene l’avvocato, che mira a colmare le lacune affiorate con l’operato della giunta uscente: “Penso che sia stato fatto un ottimo lavoro, ma a Tagliani era stato chiesto di dare discontinuità sulla sicurezza. Avevo dato la mia disponibilità per avere la delega esclusiva, ma si era ritenuto di andare avanti con Modonesi, che ha profuso comunque un grande impegno, e il risultato è sotto gli occhi di tutti. L’amministrazione poi non è riuscita a comunicare ai cittadini il lavoro svolto. Si pensa che Ferrara sia nel far west ma non è così”.

Non è il momento di svelare le proposte, ma Bova può comunque anticipare che “non cercheremo di rincorrere vecchi slogan che appartengono alla destra, ma cercheremo di coniugare immigrazione e integrazione”. Le carte saranno scoperte alla città il 19 aprile, giorno in cui Italia in Comune presenterà il programma: “Ci sarà Pizzarotti – svela il candidato -, e forse qualcuno di +Europa, perché correranno insieme alla europee. A Ferrara la posizione di Zamorani è legittima, da mesi sta portando avanti la candidatura di Fusari, che io stimo molto. Decideranno loro cosa fare, ma per non creare confusione credo che bisogna restare uniti anche alle comunali”.

Ancora, Bova torna sul Polo civico: “Secondo me si doveva trovare una coalizione. Anche oggi è importante la persona che farà il sindaco, ma il primo steccato da superare è trovare la quadra sul programma. Nell’amministrare la città non si improvvisa, oggi ci si riempie un po’ la bocca sull’essere civici: significa che fino al giorno prima hai fatto altro nella vita, e oggi vuoi amministrare? Non credo sia una buona prerogativa. Devi essere valutato anche per la tua esperienza, e per quello che hai fatto nella politica”.

Bova, insomma, nella sua lista – “già 50-60 persone hanno chiesto di farne parte ma sceglieremo in base alla competenze, e verificheremo se fare due liste anche con Ferrara Concreta” – mira alle preferenze del “40% che non va a votare”, e del “15% che è indeciso”. E la sua è una dichiarazione d’intenti: “L’ipotesi che noi arriviamo terzi, al momento la scarterei. Non abbiamo preclusioni né da una parte né dall’altra. Sono convinto che quella gente che non va a votare, e che non si riconosce in Fabbri e in Modonesi, ci andrà sapendo che c’è Bova. Per questo dico che uno fra Fabbri e Modonesi al ballottaggio mi appoggerebbero sicuramente”. 

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