Attualità
23 Marzo 2019
Centro Donna Giustizia, Udi, Cgil, Arcilesbica, Arcigay e Non Una di Meno attaccano di nuovo la proposta che verrà discussa lunedì in Consiglio comunale

#MozioneRespinta. Si riaccende la polemica sulla proposta Balboni

di Redazione | 3 min

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Mozione respinta. La mozione è quella presentata dal consigliere comunale Alessandro Balboni lo scorso ottobre sulle “iniziative per il sostegno della maternità e alla prevenzione delle condizioni che portano all’aborto”. A respingerla, ancora una volta, sono Centro Donna Giustizia, Udi, Cgil, Arcilesbica, Arcigay e Non Una di Meno.

Per le associazioni, che scrivono una lunga nota (qui il testo integrale), la proposta di Balboni “ha l’intento di mettere strumentalmente in discussione i diritti delle donne e le libertà conquistate, mascherandosi da tutela degli indifesi”.

Non è una ripresa critica casuale quella alla mozione presentata (e già contestata) a ottobre. La stessa verrà infatti discussa nel Consiglio comunale del 25 marzo, pochi giorni prima peraltro del più che discusso World Congress of Families, il congresso ultraconservatore, che quest’anno si terrà a Verona e che ha generato non poche polemiche, anche per l’iniziale apparente avvallo addirittura del Governo intero (che poi ha tolto il patrocinio anche se vi parteciperanno comunque i ministri Matteo Salvini, Lorenzo Fontana – uno dei promotori – e Marco Bussetti, oltre al senatore Simone Pillon, padre del disegno di legge sulla famiglia che ha sollevato numerosissime polemiche e contestazioni).

“Ci opponiamo a misure che non riconoscono l’autodeterminazione delle donne ottenuta tramite lotte per non morire di aborto clandestino, per rivendicare la libertà di scelta e una genitorialità consapevole”, rimarcano le associazioni ferrarsi che sottolineano come “l’ondata sessista e oscurantista non ha colpito solo Ferrara, ma molte altre città d’Italia con mozioni antiabortiste, a partire da Verona che il 30 marzo sarà sede del World Congress of Families, il raduno mondiale di organizzazioni che si oppongono apertamente ai diritti delle donne e delle persone Lgbtqi+”.

“La mozione presentata dal capogruppo del partito Fratelli d’Italia non pone le donne e la loro autodeterminazione al centro del dibattito – sostengono di nuovo le associazioni -. Con atteggiamento paternalistico le rende soggetti passivi e inconsapevoli, nel tentativo di dissuaderle dal ricorso all’aborto, ma non promuovendo politiche volte a rimuovere le cause reali che portano alle gravidanze indesiderate. Essa sostiene dati sull’aborto fallaci e non supportati, che vanno in netta controtendenza rispetto a quelli ufficiali pubblicati dal Ministero della Salute e della Regione Emilia Romagna che dicono chiaramente che l’aborto volontario sia in realtà in costante riduzione”.

“La tutela degli indifesi, così come definita nella mozione, non può prescindere da serie politiche che mettano in discussione le reali origini della disparità di genere e che riconoscano il diritto all’autodeterminazione e alla scelta delle donne – si legge ancora nella nota -. La gravidanza è una scelta, non un obbligo. Rivendichiamo politiche a sostegno della genitorialità libera e consapevole, politiche per il pieno accesso all’educazione sessuale e alla contraccezione gratuita per tutt*, l’accesso paritario al mercato del lavoro, il diritto ad una retribuzione pari a quella maschile affinché le donne non debbano rinunciare al lavoro in nome della maternità e del ruolo di cura socialmente imposto. Ci opponiamo – concludono – alle politiche repressive a partire dalle mozioni antiabortiste fino al disegno di legge Pillon ritenendole mere azioni politiche strumentali e inemendabili”.

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