Codigoro
21 Marzo 2019
Entro sei mesi sarà completata l'istallazione dei curiosi elementi architettonici nei punti di accesso alla grande Riserva. Nessuna identificazione regionale: "Sono idealmente aperte al Veneto e agli altri Comuni". Erano attese dal 2015: "Burocrazia lentissima"

Arrivano ‘Le porte del Delta’, undici totem danno il benvenuto nel Parco

di Redazione | 3 min

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Comacchio. Finalmente in partenza i lavori del progetto ‘Le porte del Delta – Land Mark’, che andrà a collocare entro i prossimi sei mesi undici simboliche porte di accesso all’area del Parco del Delta del Po, da Mesola fino a Cervia, passando per Goro, Codigoro, Ostellato, Comacchio, Argenta, Ravenna, Alfonsine, e per due Comuni ‘extra-Parco’, Russi e Bagnacavallo.

I particolari elementi architettonici, totem in legno naturale decorati con scritte e simboli identitari e riconoscibili, sono il risultato di una progettazione affidata già nel 2015 dall’ente Parco e dal Gal Delta 2000 allo studio ferrarase ‘Inout Architettura’ al termine di un concorso di idee. Lungaggini burocratiche dovute alla nutrita lista di pareri necessari hanno permesso solo ad ottobre scorso l’affidamento dei lavori, partiti proprio questa settimana con i primi rilievi nel mesolano. Si procederà via via verso sud, seguendo un cronoprogramma semestrale interamente finanziato dai fondi comunitari del Piano di Sviluppo Rurale per un importo complessivo di 400 mila euro.

Ad illustrare, con parecchio entusiasmo, le istallazioni previste e le loro potenzialità sono stati Marco Fabbri, presidente del Parco, e Lorenzo Marchesini, presidente di Gal Delta 2000, affiancati per l’occasione dal progettista Benedetto Assisi e dai sindaci di Mesola e Goro, Gianni Padovani e Diego Viviani.

“Siamo partiti dalla necessità di rendere riconoscibili i confini del Parco, di rafforzare e rinnovare la sua immagine, che si presenterà certamente più coordinata tra i vari elementi che il Parco stesso accoglie nella sua ampia area antropizzata” spiega Fabbri. “Il progetto in sé si inserisce in una più generale strategia di promozione del territorio e delle sue comunità (portata avanti in stretta collaborazione con Delta 2000) che ricomprende iniziative di valorizzazione ed educazione ambientale, interventi sulla segnaletica (ormai obsoleta in più punti), il potenziamento delle vie ciclabili e di tutto ciò che possa migliorare la vivibilità della zona non solo per i turisti, ma anche per i nostri cittadini”.

Dall’alto, le istallazioni previste ad Argenta, Codigoro, Comacchio, Goro, Mesola e Ostellato

“Una necessaria operazione di paesaggio” la definisce Marchesini, che non nasconde l’amarezza per “l’emergenza burocratica che anche in questo caso ha complicato la realizzazione di un’opera definita da anni. Il Delta del Po – aggiunge – è sicuramente un grande tesoro da svelare, e contiamo che questo intervento contribuisca in maniera significativa a rafforzare la sua concezione di valido luogo di destinazione per un turismo sostenibile: è questo l’obiettivo strategico sviluppato in sinergia con i ‘nostri’ Comuni e con il Parco”.

Grande soddisfazione anche da parte di Viviani, che considera ‘le porte’ “un segnale di chiara identificazione molto utile per orientare il turista in una riserva dalla conformazione particolare, e al tempo stesso importanti elementi di coesione e appartenenza tra le comunità del Parco”. Dalla sua Padovani, molto lieto per i primi cantieri in partenza nel suo territorio, ricorda anche come proprio a Mesola si sia dovuto maggiormente lottare per il parere favorevole di Anas, che ha bocciato più di una collocazione del totem raffigurante il caratteristico cervo del Boscone.

Non solo in quest’ultimo caso, ma in tutti e undici i totem sarà proposta l’immagine dell’animale tipico del luogo: una garzetta per Codigoro (nei pressi della Garzaia), un’anatra per Goro, un airone per Ostellato e Comacchio (in località Fattibello), un magadino per Argenta, accompagnate dalla scritta ‘Parco del Delta del Po’.

“Da notare che non si fa riferimento alla regione Emilia Romagna nella dicitura” sottolinea Marchesini, spiegando come le ‘porte’ siano aperte al Veneto come ad altri Comuni oltre gli undici coinvolti in partenza, che potranno sviluppare la stessa simbologia nel territorio del Delta o aggiungere altri totem a quelli già presenti. A garantire, infine, la manutenzione di totem e palizzate nel tempo interverrà una convenzione tra Comuni e Parco.

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