di Simone Pesci
Un mix di musica e ilarità targata Andrea Poltronieri, cinque storie di uomini e donne ferraresi dinanzi a un centinaio di astanti, molti dei quali costretti a restare in piedi. Comincia così, in un’assolata giornata in riva alla Darsena, la scalata di Aldo Modonesi a palazzo Municipale.
“Fare di più insieme” è lo slogan scelto dal candidato, che punta innanzitutto sulla storia per cercare di far breccia nell’elettorato: “Penso sia giusto partire dalla comunità cui apparteniamo. Dal nostro essere ferraresi figli e nipoti della Resistenza e della Liberazione, da questi 70 anni di buon governo. Ferrara è sulla buona strada, non ci sono altre città paragonabili alla nostra per quello che hanno fatto negli ultimi dieci anni”. Sono tante le cose che cita Modonesi, fra le quali “l’apertura di quattro nuove scuole e di una tangenziale”, l’investimento di “250 milioni di euro in cantieri”, l’inaugurazione “del Meis” e, soprattutto, il “dimezzamento del debito pubblico: un successo non solo dell’amministrazione, ma della città”.
E se “Ferrara deve essere una città aperta e inclusiva”, l’aspirante primo cittadino indica i tre punti cardine della sua campagna elettorale, che lui definisce pilastri: volontà di crescere, vivere meglio e volontà di muoversi meglio. “Abbiamo bisogno – dice Modonesi alludendo al primo punto – di più lavoro. Ferrara si sta avvicinando ai dati degli altri capoluoghi emiliano-romagnoli, ma deve diventare un modello per le aziende con meno burocrazia, bassa fiscalità e un patto per il lavoro che tuteli anche chi è disoccupato. Ma per rendere attrattivo il territorio c’è necessità di infrastrutture moderne che uniscano Ferrara ai centri nevralgici della Regione: sì alla Cispadana, sì alla terza corsia sulla Ferrara-Bologna, sì al collegamento ferroviario più veloce verso il capoluogo e sì alla Ss 16 verso il porto di Ravenna”.
Dentro la ‘volontà di crescere’ ci sta anche una rete di trasporti pubblici che colleghi la periferia al centro – “garantiremo la gratuità del servizio ai minori di 16 anni” – e la cultura: “L’ampliamento del palazzo dei Diamanti, il Massari, il completamento del Meis ci avrebbero consentito di raddoppiare i turisti nella nostra città, e vuol dire fare del bene all’economia. Dobbiamo dire sì, lasciamo che siano gli altri a bloccare gli investimenti”.
La seconda macro-area, inevitabilmente, comprende l’ambito della sicurezza, tema sul quale Modonesi – assessore uscente proprio alla Sicurezza – chiede di affrontarlo “con più risolutezza”, come promette di fare nei confronti “delle prefetture e dei ministri degli Interni, ed è per questo che aspetteremo Salvini per chiedergli se ha sbloccato il piano delle assunzioni e quanti di quei 600mila clandestini che diceva di voler rimpatriare ha effettivamente rimpatriato”.
Nelle idee del dem c’è anche un quartiere Giardino su misura per gli universitari, con “zero tasse per i ferraresi che decidono di affittare agli studenti, sgravi fiscali per chi decide di investire in attività economiche, e la stazione come hub cittadino”.
Senza dimenticare la tematica ambientale che sta nel terzo pilastro, dove bisogna dire “sì alla mobilità sostenibile, alla raccolta differenziata e allo sviluppo della rete del teleriscaldamento, la Ferrara che stiamo disegnando deve sfruttare in maniera sostenibile gli spazi e rigenerarsi senza espandersi a macchia d’olio”. Ciò significa anche “più piste ciclabili, aree pedonali, più infrastrutture digitali”.
Imprescindibile è anche l’attenzione che va data alle periferie: “Con la soppressione – afferma Modonesi – delle circoscrizioni rischiano di stare troppo ai margini. Ripristineremo le delegazioni, istituiremo l’ufficio mobile, un camper del Comune che porti servizi e ascolto”. E sulle risorse economiche, il candidato promette di mettere “cinque milioni di euro in più ogni anno per Ferrara, senza però aumentare le tasse ma con un lavoro di sburocratizzazione e di controllo della spesa coinvolgendo i dipendenti comunali”.
Un Modonesi che qui si commuove, e dopo aver ringraziato Tagliani, i suoi colleghi assessori e la sua famiglia invita tutti a “prendere per mano Ferrara e stringerla per non lasciarla andare: è stata descritta negativamente per un pugno di voti, non lo meritiamo”.
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