Politica
22 Febbraio 2019
Mantovani "apripista" dei Cittadini 5 Stelle: "Servono le sindacarie per combattere il nostro più grande nemico: l'assenteismo"

Scissione M5S, si presenta la seconda lista: “Uniti nella diversità”

di Elisa Fornasini | 3 min

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Unità nella diversità. È questo il monito di Tommaso Mantovani che si definisce l’“apripista” dei Cittadini 5 Stelle Ferrara, la seconda lista ‘ufficiale’ del M5S in corso di iscrizione sulla piattaforma Rousseau per le prossime elezioni. Ma, come nel film Highlander, “ne resterà soltanto una” e il pentastellato dà praticamente per certa la certificazione del Laboratorio Civico che lancia Ezio Roi come candidato sindaco.

Il primo passo di questo gruppo di “semplici cittadini” è chiedere ai consiglieri comunali grillini di indire le “sindacarie” per un confronto su Rousseau o in assemblea, incentrato “sulle politiche e non sulle polemiche, senza personalismi”. In realtà Roi ha già annunciato di non volersi presentare alle comunarie “a meno che la richiesta non venga dai vertici romani”.

Eppure Mantovani non demorde, dice di “non aver paura delle divisioni e delle correnti diverse”, e la prossima settimana incontrerà il candidato, definito “un uomo d’onore, una persona schietta, che ha praticamente in tasca la certificazione” da parte dello staff nazionale, anche se “dovrebbero decidere i cittadini attraverso lo strumento di democrazia diretta”.

L'”ariete” dei Cittadini 5 Stelle si lascia aperte diverse possibilità: “Ci apriamo anche alle altre liste civiche, visto il momento di fioritura, basta che non siano liste civetta per portare voti all’avversario. Stiamo seguendo l’esperienza di Riccardo Forni, che si era presentato alle Parlamentarie e ora corre per Ferrara Civica. Non ci precludiamo nulla, l’importante è non essere yes man. E in ogni caso il mio voto andrà al Movimento 5 Stelle, altri cinque anni di Pd o Lega personalmente non mi piacerebbero”.

L’appello è rivolto a “tutti gli attivisti e simpatizzanti, sia iscritti al movimento o semplici cittadini che abbiano voglia di partecipare alle amministrative” per “uscire dal pensiero unico”, “riappropriarsi della gestione della cosa pubblica”, “rivitalizzare i rapporti con Beppe Grillo che ci ha dato una mano nel 2006” e soprattutto per combattere “il nostro più grande nemico: l’assenteismo“.

“Paradossalmente sarei più contento che rivincesse il Pd e ci fosse un’affluenza del 90% – si lascia sfuggire Mantovani – piuttosto che vincere noi con la modalità con cui è stato eletto il presidente della Regione Bonaccini, che aveva il 52% di voti su un afflusso del 18%. Questo scollamento tra politica e base elettorale non è più accettabile“.

Come “anticorpi contro le malattie” di questa città – “che ha uno dei più alti tassi di disoccupazione e di incidenza di cancro in regione”, Mantovani rilancia i “valori fondanti del movimento“, contenuti in una bozza di programma di 9 punti – il decimo raccoglie le proposte dei cittadini – così suddivisi: assegno civico, referendum comunale, ripubblicizzazione dell’acqua piantumazione urbana, conversione del petrolchimico (scritto con la kappa), gestione dei rifiuti, censimento delle discariche abusive, incentivi all’energia solare e grattacielo.

Mantovani – con un passato ambientalista nella lotta contro l’inceneritore e la “ipertrofica” centrale turbogas  – punta principalmente su salute e ambiente, a partire dalla ripubblicizzazione delle “finte società pubbliche quotate in borsa” e dal monitoraggio sull’incidenza di cancro, “chiesto nel 2009 da Aldo De Togni dell’Ausl – ricorda il grillino – ma negato dall’appena insediato Tiziano Tagliani con la scusa che ‘abbiamo già le istituzioni preposte’, ovvero la stessa Ausl che chiedeva l’indagine”.

Tra le priorità, anche la “sostituzione del 30% delle tubature di cemento amianto” e la “separazione tra raccolta e smaltimento rifiuti“, ispirandosi all’empio di Forlì perché con Hera “ci sono giochi di interesse, se chiedi quanto viene effettivamente avviato a riciclaggio ti rispondono che è un ‘segreto commerciale‘”.

Ad ascoltarlo, al bar Tiffany, ci sono i sostenitori Luigi Zapparoli e Paride Guidetti, e i consiglieri comunali Claudio Fochi e Alessandro Bazzocchi in veste di “uditori”, ma vengono nominate anche Teresa Pistocchi e Silvia Mantovani – “le conosco da una vita, devo organizzare un incontro anche con loro” – e Paolo Pennini, “che sta facendo un lavoro egregio col Comitato Mi Rifiuto, così Ferrara non sarà più terra delle braci come dice il pentito”, chiosa Mantovani, citando così Nunzio Perella, smentito in più occasioni anche dall’amministrazione.

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