Politica
15 Febbraio 2019
"Una lista? C'è tempo", ma poi si tradisce. Sull'uso del nome da parte della Fusari "sarà un problema della commissione elettorale"

Forni lanca la sua ‘Ferrara Civica’: “17 documenti a disposizione della città”

di Redazione | 4 min

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Si definiscono come un ‘laboratorio di idee’, o meglio ancora un ‘progetto’, creato da ‘civil servant’, tutto questo sviluppato con 17 documenti pieni di ‘proposte per la città’ che vanno dal lavoro alla sicurezza stradale passando per il brand Unesco e la qualità della vita, le piccole medie industrie e le relazioni con il sistema finanziario locale e quindi le banche del territorio pubblicati in giornata sul loro sito.

È questo in estrema sintesi ciò che si cela dietro Ferrara Civica, non la lista di Roberta Fusari ma il contenitore — “un’associazione politica con statuto e riconosciuta che ha al suo interno una decina di persone e altrettante che gravitano attorno” che però c’è da scommettere diventerà lista in seguito — di cui il presidente di Assostampa Ferrara Riccardo Forni si è fatto portavoce.

A svelare Ferrara Civica lunedì mattina all’officina Baluardi — questa volta il logo è un Castello stilizzato alle spalle di un albero a forma di cuore rosso, composto da foglie che sono cuori a loro volta, “perché dopo la riforma delle Province il sindaco del capoluogo ha una responsabilità morale anche sugli altri territori” — sono oltre a Forni il social media manger Daniele Botti e Luigi Ciannilli. “Io non sarò uno dei candidati a sindaco di questo città”, premette Forni, che poi espone la realtà che ha contribuito a fondare come slegata dal professionismo politico: “Siamo cittadini, non professionisti della politica o uomini della provvidenza”, dice Forni che poi mette in capo oneri e onori della Ferrara di adesso “alla politica dei partiti, sia quelli che hanno governato che quelli dell’opposizione, perché sono i partiti che hanno il meccanismo di trasmissione con le altre istituzioni più alte del Comune”.

I 17 documenti — “sono tanti, ma c’è chi ha fatto meglio come il Pd con Ferrara2020 che era di 134 pagine e ora non ne esiste più traccia” — ” si allineano a tre direttrici: un Comune per amico, che può sembrare uno slogan banale ma che intende lo sviluppo del personale, un’istituzione di prossimità e la semplificazione; la qualità urbana nella città dell’Unesco, con un brand che consideriamo quasi come un eccetera, e che vuol dire periferie, sicurezza e sviluppo dei contenitori storici urbani; ed infine il lavoro, che è un tema particolarmente importante che vuol dire famiglia, economia sociale e incentivi alle imprese”, continua Forni. “In questi mesi abbiamo lavorato, perché per parlare bisogna studiare, e ci rivolgiamo ai temi più complessi della città. Rimettiamo la palla rendendo disponibili questi documenti a chiunque: sono una base di confronto, pensieri e proposte di persone che chiedono rispetto per il lavoro svolto perché Ferrara è in affanno, è uscita dai radar ed è responsabilità della politica indicare uomini e donne all’altezza di questa sfida”.

Entrando più nel concreto, sul credito “serve ricostruire un rapporto con le banche di prossimità: c’è un problema di rapporto con Bper”, sulla sicurezza stradale (affidata a Ciannilli) “abbiamo abolito le stragi del sabato sera ma ora l’età media delle morti, che quest’anno sono già 7, è di 68 anni. Siamo l’unico capoluogo senza una circonvallazione esterna”, mentre sulla sicurezza “serve una mano ferma”.

Per l’eventualità di una lista civica “c’è tempo, ci confronteremo tra noi e cercheremo di fare la nostra parte”. Insomma, per Forni è un’eventualità come no. Però poco dopo si tradisce da solo a domanda diretta sulla querelle legale con Roberta Fusari: “Non ci sarà nessuna battaglia legale perché non ne abbiamo la forza e ci autofinanziamo, ma noi abbiamo tutto registrato, sarà un problema della commissione elettorale”. Non ci sono spazi interpretativi ulteriori e unito alla negazione dello stesso portavoce di Ferrara Civica, sarà una lista che non proporrà un candidato proprio. Sulla Fusari poi non mancano stoccate: “Troviamo bizzarro che la candidata non abbia avuto la possibilità di telefonarci per incontrarci. Ho fatto tutte le cose per tempo, ma la nostra agenda è stata forzata proprio dalla Fusari che ha registrato in Camera di Commercio il simbolo con categoria merceologica 16, quella che comprende la carta e il cartone insieme coi tagliacarte. Non che manchino esempi di politica fatta con modi da aziende private, però lo sa dal 2 febbraio. Non so cosa aggiungere a questo punto, l’onere della prova è spostato in capo ad altri”.

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