Attualità
11 Febbraio 2019
Il vescovo ha celebrato in cattedrale la messa per il Giorno del Ricordo: “Dimenticare e tacere ci rende complici delle violenze di ieri e di oggi”

Perego: “I cimiteri nel Mediterraneo sono le nuove foibe di oggi”

di Redazione | 2 min

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di Cecilia Gallotta

“Talvolta il male non è più legato alla sola azione di un singolo, ma diventa strutturale, decisione comunitaria, confermata da una comunicazione ideologica diffusa”.

Ha spogliato da ogni nazionalismo il Giorno del Ricordo l’arcivescovo Gian Carlo Perego, con l’omelia della messa celebrativa in Cattedrale domenica mattina. Dopo il cenno storico dell’esodo istriano-fiumano-dalmata, che ha visto anche a Ferrara un campo profughi fra i muri di palazzo Pendaglia, oggi sede della scuola alberghiera Vergani, il filo arriva diretto ai giorni nostri.

“Come è avvenuto nelle foibe, in questo angolo d’Italia dimenticato e abbandonato dal’43 alla fine della guerra, lasciando un limbo identitario risolto solo nell’Italia democratica”, l’esortazione dell’arcivescovo è di “prendere il largo da uno stile comunicativo ideologico che nasconde, offende, irride e dimentica la passione e la sofferenza di migliaia di uomini e donne di oggi, come ieri, esodati, vittime delle 37 guerre in atto nel mondo e di dittature che offendono profondamente la dignità umana”.

Calzante il parallelo con il profeta Isaia della Lettura, che “si sente inadeguato perché le sue labbra sono impure, e vive in un popolo dalle labbra impure. Le parole degli uomini spesso lo sono – afferma l’arcivescovo – perché dicono il falso o nascondono la verità per nascondere i propri errori. Il Signore tocca così le labbra del profeta perché dica la verità, così come ha toccato le labbra dei tanti testimoni delle foibe che hanno fatto emergere una verità dimenticata, nonostante le fatiche”.

La verità si traduce dunque in “ricerca della pace, della giustizia, della tutela delle persone; è ciò che rende libero l’uomo, anche e soprattutto quando mette in evidenza i limiti di un sistema politico, economico o sociale, e pone l’uomo di fronte alla responsabilità di ciò che ha fatto. La verità – conclude Perego – chiede dunque di fare memoria delle foibe di ieri, ma anche di non tacere sui cimiteri in fondo al Mediterraneo, perché sono le nuove foibe di oggi. E dimenticare, come tacere, ci rende complici delle violenze di ieri e di oggi”.

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