Da sinistra Lamberti, Di Ruscio, Perri, Salgari
di Marcello Celeghini
Da pochi giorni l’Unità Operativa di Oculistica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara può vantare un nuovo trattamento d’eccellenza per i pazienti affetti da cheratocono, degenerazione marginale pellucida ed ectasie iatrogene.
Si tratta della procedura di cross-linking del collagene corneale che consente, attraverso un trattamento chirurgico mininvasivo, di bloccare o frenare il progredire della malattia.
Il cheratocono è una malattia oculistica rara, poiché colpisce 50 individui su 100mila, e su base genetica. La patologia comporta un deterioramento della qualità visiva, per lo più bilaterale ed asimmetrico, che, negli stadi iniziali, può essere corretto con occhiali o lenti a contatto. Il deterioramento visivo è causato dalla perdita della normale asfericità della cornea che assume una forma via via sempre più conica.
L’incidenza di questo tipo di malattia colpisce prevalente le fasce più giovani della popolazione e, proprio per questo motivo, una diagnosi precoce unita al nuovo trattamento disponibile al Sant’Anna, possono consentire di evitare interventi chirurgici invasivi come il trapianto di cornea.
“Il trattamento prevede l’imbizione del tessuto corneale per mezzo di un dispositivo iontoforetico e, successivamente, l’irraggiamento della cornea con radiazione Uv per attivare il processo chimico – spiega il direttore dell’Uo di Oculistica, Paolo Perri -. Ciò consente la formazione di nuovi legami tra le fibre collagene del tessuto corneale e un incremento della resistenza biomeccanica del tessuto stesso. In questo modo, l’irrigidimento del tessuto consente di rallentare la progressione della malattia”.
Sarà un nuovo servizio pubblico che consentirà a tanti malati di questa patologia di arrivare a curarsi a Ferrara da tutta Italia. “Sono pochissimi gli ospedali pubblici che hanno adottato questo nuovo tipo di trattamento: in Emilia Romagna, oltre a Ferrara, è disponibile solo a Piacenza, Reggio Emilia, Parma e Romagna – rivela il direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, Eugenio Di Ruscio -. In questo modo evitiamo ad oltre un milione di pazienti dell’Area Vasta dell’Emilia Centrale di dovere migrare per fare questo trattamento e, anzi, ci proponiamo per essere attrattivi anche per chi viene da altre regioni ancora sprovviste nel pubblico di questo servizio”.
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