L'inverno del nostro scontento
4 Febbraio 2019
Continua il silenzio dei dirigenti dem locali sulle responsabilitàdel proprio partito sulla strage del Mediterraneo

Dopo 22 giorni, nessuna risposta alle 11 domande al PD sui migranti

di Girolamo De Michele | 4 min

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Il 14 gennaio, all’indomani di una manifestazione a favore dell’apertura dei porti e per lo sbarco di 49 migranti, ho rivolto da questa testata, che mi ospita, undici domande ai dirigenti del PD, chiedendo loro di sciogliere ogni ambiguità sulle politiche dell’immigrazione.

Diversi manifestanti, ed io fra questi, avevano trovato quantomeno discutibile che un partito che ha avviato le politiche di respingimento dei migranti in mare, mascherandole sotto forma di accordo con una delle fazioni armate che si contendono il controllo della Libia, si presenti oggi alle manifestazioni avverse a quelle politiche.
È quantomeno ambiguo, se non ipocrita, che lo faccia un partito che a giorni alterni rivendica la paternità e il buon esito delle politiche di respingimento delle quali Salvini si attribuirebbe un merito non suo.
È ambiguo, se non ipocrita, che il PD continui a fingere di non sapere che la guardia costiera di Tripoli si è macchiata, anche grazie all’ausilio del governo Gentiloni-Minniti-Franceschini, di crimini contro i migranti.
È non solo ipocrita, ma criminale (quantomeno sul piano morale e politico) che il PD continui a fingere di non aver saputo e di non sapere che ne muoiono meno in mare, di migranti, perché ne muoiono di più nei lager libici, finanziati con i soldi del governo italiano a partire dal memorandum Minniti.
Nel mio articolo avevo documentato come l’orrore dei lager libici ai quali i migranti sono riconsegnati fosse stato reso noto, grazie al lavoro di coraggiosi giornalisti indipendenti, prima della stipula di quel vergognoso memorandum che il 14 novembre 2017 l’Alto commissario Onu per i diritti umani Zeid Raad Al Hussein ha definito disumano e vergognoso:

La politica Ue di assistere le autorità libiche nell’intercettare i migranti nel Mediterraneo e riportarli nelle terrificanti prigioni in Libia è disumana. La sofferenza dei migranti detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza dell’umanità.

Al Hussein, nel suo discorso, citava le testimonianze degli osservatori ONU che avevano verificato la situazione nei campi di detenzione libici:

Sono rimasti scioccati da ciò che hanno visto: migliaia di uomini denutriti e traumatizzati, donne e bambini ammassati gli uni sugli altri, rinchiusi dentro capannoni senza la possibilità di accedere ai servizi basilari.

E concludeva:

Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a episodi di schiavitù moderna, uccisioni, stupri e altre forme di violenza sessuale pur di gestire il fenomeno migratorio e pur di evitare che persone disperate e traumatizzate raggiungano le coste dell’Europa.

Il primo lancio dell’agenzia ANSA è delle 12.04: Onu accusa Ue: Patto con la Libia disumano

Da parte di governo e PD un assordante silenzio, rotto solo da Matteo Renzi, che aveva più importanti lacrime e sofferenze a cui pensare:

Il 20 gennaio scorso a Ferrara Anna Ascani, esponente del PD in corsa per la segreteria in ticket con Giachetti, ha usato queste parole per chiarire la posizione del PD sui migranti:

Non mi vergogno di quanto ha fatto Minniti perché c’era un problema di accessi non regolati nel Mediterraneo mentre ci preoccupavamo solo dei superstiti. Regolare le partenze non vuol dire che arrivano immigrati, vuol dire che ne muoiono di meno in mare. Salvini raccoglie i frutti di quanto fatto, mentre di suo non c’è nemmeno un provvedimento firmato. Il Pd può parlare di immigrazione a testa alta.

Anna Ascani, che non si vergogna di Minniti, la vigilia di Natale ha avuto il coraggio di pubblicare questo:

Eppure quella di Ascani, fra un post sulla Spal e un’articolessa sul Carlino pieno di parole vuote, è l’unica voce del PD che s’è sentita a Ferrara, in implicita (o involontaria) risposta alle undici domande.

I dirigenti del PD continuano a menare il can per l’aia, a parlare di coscienza a posto, senza avere il coraggio di dire sì se sì, no se no; continuano di fatto non rispondere, a girare la testa dall’altra parte e alzare le spalle davanti a una strage di migranti che, secondo l’Alto Commissario per le Nazioni Unite per i rifugiati, nel 2018 è costato

2.275 vittime in mare e 100.000 riconsegnati ai torturatori libici
6 morti e 274 riconsegnati al giorno
un morto ogni 4 ore, 11 riconsegnati all’ora

equamente ripartiti fra Minniti e Salvini, Gentiloni e Conte.

Come Salvini, Di Maio, Toninelli, Conte, i dirigenti del PD hanno le mani sporche dello stesso sangue dei migranti. L’unica differenza è che “quelli di adesso” le mani sporche del sangue che testimonia i loro crimini le sventolano come un trofeo, “quelli di prima” continuano a lavarsele, come lady Macbeth, senza riuscire a cancellare il segno dei loro crimini.
Ci fosse un dio, quel dio che sapeva punire i peccatori come Giona dandoli in pasto alla balena, meriterebbero di risvegliarsi tutti quanti su una barca al centro del Mediterraneo.

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