Attualità
15 Gennaio 2019
L'arcivescovo emerito sulle religiosità alternative: "Lo vedo uno strumento della Provvidenza per recuperare la nostra identità di cristiani"

Negri: “La crisi del cattolicesimo ha favorito il proliferare di sette”

di Redazione | 1 min

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di Simone Pesci

Occultismo, religiosità alternative e sette. A trattare l’argomento, nel corso dei “Tè letterari di San Benedetto” organizzato nell’omonimo cinema dalla omonima parrocchia, è stato l’arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio monsignor Luigi Negri.

Secondo Negri, il fenomeno delle religiosità alternative, è dovuto alla “crisi del cattolicesimo”, che coincide con il momento in cui “le sette sono proliferate”. Anche in una regione come l’Emilia-Romagna, che nonostante sia una realtà “cristianamente matura” vede la somma di coloro che “partecipano a vario titolo a queste sette supera, in maniera quasi inaspettata, le 25mila unità” rendiconta l’arcivescovo emerito.

Oggigiorno anche il cristianesimo stesso, sostiene Negri, è quasi diventato una sorta di setta: “Se fino a un certo punto la presenza del cristianesimo era imponente, oggi il massimo che ‘portiamo a casa’ è vedere che la cultura di oggi lo riconosce come una setta importante”. La più comune obiezione, che ha favorito la nascita di questi movimenti, indica il monsignore, è che” il cristianesimo ha fatto promesse irrisolte o non attuate”.

Paradossalmente, il fiorire di religiosità di alternative è letto da Negri quasi come un fattore positivo: “Lo vedo uno strumento della Provvidenza per recuperare la nostra identità e per svolgere la nostra missione di cristiani”. 

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