Politica
13 Gennaio 2019
L'assessore all'urbanistica apre una sede in via Mazzini: "Ferrara sia una città di Serie A, possiamo farlo"

Fusari lancia la sua campagna dal Gad: “Ferita da ricucire con i cittadini”

di Redazione | 5 min

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Roberta Fusari parte dal quartiere Giardino – “si chiama così, è il giardino novecentesco” – per avviare la sua campagna elettorale “civica e partecipata”, come rimarca più volte, che tra gli obiettivi ha il perseguimento di “lavoro, riqualificazione, pulizia e ordine tramite l’ascolto dei cittadini”.

Per questo sabato mattina dà appuntamento davanti al’ingresso della curva Ovest dello stadio Mazza: “In questo quartiere c’è una ferita da ricucire con i cittadini, ma ci sono anche eccellenze, come la casa della Spal, e sono tante. Qui c’è la sede della contrada, c’è Grisù, e come siamo riusciti a rilanciarci ed essere all’altezza della Serie A così possiamo fare con le altre sfide, perché la città è l’infrastruttura della comunità e c’è uno strappo urbano da ricucire”, dice prima di spostarsi verso il bar Fiorella — “porta d’ingresso della città” — dove ci sono una trentina abbondante di persone ad aspettarla. “Vedete? Mi sono candidata perché queste persone mi hanno dato il loro sostegno“.

Il bar Fiorella per lei è anche un simbolo del fatto che “se c’è lavoro c’è integrazione e quindi anche sicurezza“, spiega partendo dalla gestione cinese del locale, anche se alla porta d’ingresso della città manca di fianco un albergo: “Mettiamoci nei panni di chi arriva, un nuovo hotel vuol dire nuovo lavoro, più qualità dello spazio urbano, movimento. Vuol dire occupare gli spazi che abbiamo lasciato vuoti, perché bisogna spegnere il degrado urbano occupando i luoghi che lo alimentano. I problemi che ci sono qui, anche se questo quartiere è diventato un simbolo, non sono tanto diversi da quelli di altre zone”.

L’attuale assessore all’urbanistica parte da qui per lanciare la sua campagna verso “una città di Serie A a livello nazionale”. Il programma elettorale vuole scriverlo insieme, perché “non credo nei programma calati dall’alto ma nella concretezza, nel darsi obiettivi e realizzarli”, e per questo dalla prossima settimana la lista civica — si chiama ‘Roberta Fusari sindaca, lavoriamo insieme per Ferrara’, il nome definitivo ancora non c’è ma sarà un accorciamento di questo concetto — avrà una sede al civico 45 di via Mazzini dove la candidata sarà presente ogni mercoledì dalle 8 alle 22 “per un ascolto diretto, perché chiunque possa venire a portare qualunque proposta, qualsiasi problemi”.

Il tutto mentre allo stesso tempo parte un calendario di incontri pubblici “in tutti i territori, anche i più lontani dal centro, per riallacciare i legami distanti da troppo tempo” che si concretizzerà sabato 19 gennaio in via Bologna, il 26 a Francolino e più avanti a San Bortolomeo prima che seguano poi tutti gli altri territori e incontri ad hoc con “il mondo del lavoro e l’università”.

Detto questo alcuni punti fermi già ci sono, e si riassumono nella frase “immaginare degli scenari dove la città sa essere protagonista”. Sul lavoro quindi vuol dire impegnarsi sul fronte dei servizi, delle tecnologie e dell’ambiente “perché sono temi che ci permettono di risolvere debolezze della città creando lavoro: pensiamo ad esempio al rapporto tra giovani e anziani. Perché non può essere un’occasione di lavoro per i giovani la creazione di servizi per gli anziani fornendo anche un’occasione di rapporto tra le due generazioni?”, si chiede, aggiungendo che “ora c’è il tema del numero dei nati ma è lo stesso degli anni ’80, il vero problema è l’incidenza sulla popolazione. Serve una visione capace di far capire che c’è un futuro per questa città, e per aumentare le nascite serve essere più flessibili. Anche sui servizi all’infanzia la risposta forse non è ampliare il tempo ma trovare un modo per andare incontro alle madri schiacciate tra il crescere figli e accudire gli anziani. I servizi di oggi sono modellati sulla società fordista, oggi si fanno i turni”.

Segue un ragionamento sulla sicurezza, che parte dal plauso alla presenza dell’Esercito — “è stato utile e gradito, e integra il lavoro delle forze dell’ordine: non c’è niente di troppo, al massimo qualcosa di meno” — e poi si intreccia con la legalità. “Non ci sono ricette facili e occorre lavorare con le forze dell’ordine per capire come agire meglio, ma bisogna affrontare il tema in modo più organico. Ci sono anche i temi dell’integrazione al lavoro nel suo complesso, e non riguarda solo questo quartiere, oltre all’aumento delle forze dell’ordine. Certo se poi loro lavorano, arrestano le persone ma i problemi non si risolvono perché dopo due giorni sono già fuori… Questo però non è un tema da sindaco, si può chiedere solo un potenziamento al ministero dell’Interno che fin qui non ho visto”.

E, in caso di vittoria, il primo progetto a firma Fusari sarebbe quello di fare di Ferrara una delle capitali verdi d’Europa. “Vuol dire darsi una strategia di lavoro verso un obiettivo: una candidatura di questo tipo ci permetterebbe di fare investimenti su aria, acqua, salute, trasporti, cultura. Significa lavorare su una parte identitaria della città, siamo il Delta del Po. Non serve per avere il bollino, ma per lavorare in modo integrato con tutta la città. Non è più il momento di tentennare”.

Il tutto collegato con un ‘sistema Ferrara’ che possa reperire investimenti: “Tutti devono lavorare nella stessa direzione. Siamo piccoli, dobbiamo unirci per essere più forti: non è nulla di strano ma qui non è mai stato fatto. Facciamo ad esempio una centrale unica per cercare risorse in Europa, l’esperienza di CamCom in questo senso è stata molto positiva”.

“A Ferrara ho sempre visto le persone mettersi l’uno contro l’altra. Bisogna che ci sia la convinzione di andare tutti verso la stessa direzione”, conclude poi Fusari: “Basta con le lamentazioni tipiche ferraresi, serve entusiasmo. Abbiamo un’identità fantastica: lavoriamo su questo”.

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