di Cecilia Gallotta

Lo spirito e la sacralità del Natale si rinnovano anche quest’anno con la sempre magica rappresentazione del Presepe Vivente, che domenica pomeriggio ha trascinato mezza piazza dalle luminarie del centro al tempo di re Erode, magistralmente rievocato fra i fumi degli incensi e le stoppe nel cortile interno del palazzo Arcivescovile.

Prima di addentrarsi nell’atmosfera più viva, le voci del coro e le parole dell’arcivescovo Gian Carlo Perego hanno scaldato l’attesa con l’augurio “che il Natale possa entrare nella vita e nella quotidianità di ognuno di noi, come occasione per aprire gli occhi sul mondo e trasformarsi in dono”.

Un messaggio per nulla estraneo agli organizzatori – l’associazione Genitori Luigi e Zelia Martin in collaborazione con l’Arcidiocesi Ferrara-Comacchio e il Centro Culturale ‘L’Umana Avventura’ – e alla Fondazione Avsi, che grazie anche ai fondi raccolti durante la giornata della rappresentazione, sosterrà quattro progetti: in Burundi e Kenya ‘Work to stay’, il lavoro per vincere le povertà comuni, in Italia ‘la casa allargata’ per vincere i bisogni, in Brasile l’accoglienza dei migranti venezuelani e in Siria ‘Ospedali Aperti’, al secondo anno di solidarietà.

Gli stessi valori che si ritrovano nella storia che scrisse la civiltà cristiana ormai più di duemila anni fa, e nel “primo elemento di popolo” che si trovò ad affrontare i pregiudizi di fronte alla gravidanza di Maria, o ad accogliere lei e Giuseppe quando ormai nessuno sembrava più aprirgli la porta per dare loro asilo. Uno spettacolo dai valori universali e trasversali ad ogni tempo e “a qualunque momento della vita e della storia stiamo attraversando”.