Vigarano Mainarda. Questione di jazz. E’ ciò che unisce sia Giorgio Conte – che ama pronunciarlo giazz – che Pupi Avati – che invece lo pronuncia come in sottofondo, jass.
È questione di ritmo, di stile, di passione, tutti elementi presenti nella serata di sabato promossa dal Gruppo dei 10 sabato sera allo Spirito di Vigarano Mainarda, dove oltre al concerto della Tiger Dixie Band, spettacolare orchestra che da anni opera nel settore della ricerca e delle riscoperta del jazz degli albori del ‘900, ci sono state le premiazioni dei fratelli ‘musicali’ Giorgio e Paolo Conte (quest’ultimo ritirato dal nipote, Tommaso) e la consegna del primo premio ‘Tutte le Direzioni’, del 2013, a Pupi Avati.
“E’ il premio che ogni anno diamo a un personaggio che si sia contraddistinto per alimentare anima e testa attraverso l’arte e la cultura – spiega il direttore artistico del Gruppo dei 10, Alessandro Mistri – e nasce proprio nel 2013 con Pupi Avati, perché da sempre ci ha colpito la sua visione lucida della vita e la sua ‘emilianità’ mai abbandonata”.
“Entrando qui ho sentito un’Italia che non c’è più, e che vorrei tornasse. Quell’Italia fatta di bellezza e di qualità, quel Paese dal quale vengo anch’io e dal quale abbiamo preso le distanze in modo frettoloso, indecente. L’Italia ingenua, candida, confidente e molto rassicurante l’ho ritrovata stasera, qui”.

Per Pupi Avati è stato un sentirsi a casa, sabato sera allo Spirito di Vigarano Mainarda, nell’energia musicale dell’evento organizzati da Il gruppo dei 10. L’amore per il jazz, per il regista bolognese, risale nel tempo. “Il jazz, che a me piace chiamarlo jass, mi ha salvato la vita – racconta Pupi Avati – facevo gli scout, ero diventato anche capo, poi incontrai questa musica. Mi chiesero di scegliere tra lo scoutismo e ‘questa musica da bordelli da New Orleans’, lo definirono proprio così. Io allora timidamente risposi: ‘io sceglierei il jazz’, tanto che da lì a poco con il mio gruppo, la Criminal Jazz Band, ci mettemmo a suonare I funerali di New Orleans, in via Perti a Bologna. Ancora, se ci penso, mi chiedo come non ci abbiano arrestato”.
“Un onore, per me ricevere questo premio, ancor più insieme a Pupi Avati” aggiunge Giorgio Conte, raccontando l’amicizia che lo lega al Gruppo dei 10 e al batterista Ellade Bandini. “So che ci ritroveremo – aggiunge – non so dove, non so quando, ma sarà di sicuro nella parte assolata della strada, On the sunny side of the street”.
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