Procedure semplificate per accedere al fondo per i risparmiatori? Niente ‘scudo’ a Consob e Bankitalia? “Cialtronate e balle”. Ci va giù duro il parlamentare del Pd Luigi Marattin nel commentare il roboante annuncio sui social network del pentastellato Gianluigi Paragone, che lunedì sera ha assicurato i risparmiatori che le modifiche che hanno richiesto al testo della Legge di Bilancio sono già state approvate.
Ma Marattin, che è membro della V Commissione della Camera (bilancio, tesoro e programmazione) direttamente coinvolta nella questione dei rimborsi ai risparmiatori, smentisce le dichiarazioni del collega pentastellato: “L’unico emendamento approvato è il 38.29 – scrive Marattin su Twitter -, che non è M5S ma di tutta la commissione (e corregge l’errore del governo). Una bufala, invece, la ‘semplice lettera al Mef invece che l’arbitro’. Rimane lo stesso criterio dei governi Pd”.
L’emendamento 38.29 a cui fa riferimento il parlamentare ed ex assessore al bilancio di Ferrara è effettivamente firmato da rappresentanti di tutti i partiti presenti in commissione: Pd (Marattin, Lorenzin), Lega (Borghi, Bellachioma), Forza Italia (Mandelli), Fratelli d’Italia (Corsetto), M5S (Faro) e Leu (Fassina). La norma propone di annullare il ‘famigerato’ comma F dell’articolo 38 della legge, che disponeva di fatto uno ‘scudo’ verso Consob, Bankitalia e altri eventuali soggetti che potrebbero essere chiamati a risarcire i risparmiatori. Il testo originale del governo prevedeva infatti che “l’accettazione del pagamento a carico del Fondo equivale a rinuncia all’esercizio di qualsiasi diritto e pretesa connessa alle stesse azioni”, una norma subito condannata dalle associazioni soprattutto perchè, essendo l’entità dei rimborsi tuttora fissata al 30%, avrebbe determinato la rinuncia in automatico al restante 70%. L’emendamento ‘bipartisan’ afferma invece che “il diritto dei risparmiatori di agire in giudizio per il risarcimento della parte di danno eccedente il ristoro corrisposto ai sensi del presente articolo resta impregiudicato”.
Questo emendamento conferma solo in parte quanto annunciato da Paragone, visto che pur prevenendo una qualche forma di ‘scudo a Bankitalia e Consob’, il parlamentare pentastellato ne attribuisce la paternità al suo partito e al vicepremier Di Maio invece che ai veri firmatari dai vari schieramenti politici. Ciò che poi non trova ancora alcuna conferma è la seconda parte dell’annuncio, in cui Paragone parla di “procedure semplificate per accedere al fondo” e afferma che le posizioni dei risparmiatori non dovranno più essere valutate dall’arbitrato della Consob (Acf), ma dal solo ministero delle Finanze. L’unico altro emendamento all’articolo 38 che ad oggi risulta approvato (38.9) verte infatti sul potenziamento della Commissione di Vigilanza sui fondi pensione (Covip). Sono ancora in fase di elaborazione e discussione altri 13 emendamenti all’articolo 38 (quattro dei quali identici, finalizzati all’abrogazione del comma f), ma solo uno di questi, proposto dalla Lega Nord, riguarda procedure di rimborso alternative al’utilizzo dell’arbitrato Consob.
Da segnalare infine un emendamento (38.4) proposto dallo stesso Marattin e altri parlamentari del Pd in cui compare per la prima volta l’espressione “a titolo di acconto”, riferita alle percentuali dei rimborsi: una modifica richiesta a gran voce negli ultimi mesi dalle associazioni dei risparmiatori, dopo lo ‘choc’ dei primi di novembre nell’apprendere che il testo governativo prevedeva solo il 30% dei rimborsi con rinuncia automatica al restante 70% (il ‘famigerato’ comma f di cui abbiamo scritto inizialmente). Il primo “ristoro a titolo di acconto” secondo l’emendamento del Partito Democratico prevede diversi scaglioni a seconda delle fasce di reddito, con quote fino all’80% per chi dichiara fino a 15mila euro.
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