Attualità
15 Novembre 2018
L'arcivescovo di Ferrara è stato ospite a Modena insieme a Romano Prodi e al presidente della Caritas Francesco Montenegro

Il vescovo Perego al Festival della Migrazione: “Dobbiamo passare dai numeri alle persone”

di Redazione | 2 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

C’era anche l’arcivescovo di Ferrara e Comacchio Gian Carlo Perego tra i grandi protagonisti del Festival della Migrazione di Modena, una tre giorni da quasi 5mila presenze che ha visto anche la presenza di Romano Prodi e il presidente della Caritas italiana (nonchè cardinale di Agrigento) Francesco Montenegro.

Perego ha preso spunto dal titolo della terza edizione del festival ‘Umani 100%’, per ribadire la necessità di passare a un approccio che tenga conto delle storie e delle singole vite, più che dei freddi numeri sulle migrazioni: “Dobbiamo passare dai numeri alle storie delle persone. Ci sono drammi, viaggi disseminati di sofferenze: l’umanità deve andare anche incontro a questo aspetto delle migrazioni. La preoccupazione oggi è vedere ulteriormente indebolita questa umanità, sbilanciando l’esperienza legislativa sull’immigrazione sul tema della sicurezza. Sarebbe un errore gravissimo: la parola umanità è una provocazione forte in questo contesto politico e culturale”.

Parole a cui fanno eco quelle di Prodi, presidente del comitato scientifico della manifestazione, che sempre citando la situazione attuale afferma che “Siamo in un periodo di smarrimento: tutti i fenomeni sociali vanno gestiti e organizzati, ma qui stanno riemergendo manifestazioni di odio e questo preoccupa moltissimo. È un momento storico di irrazionalità. Le tensioni paradossalmente peggiorano nell’anno in cui l’immigrazione cala. La gente deve convincersi, col tempo, della verità delle cose: non parlo di buon cuore, mi accontento che torni la razionalità, ad esempio a proposito dei nostri problemi demografici ed economici che sono enormi”.

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