Politica
2 Novembre 2018
L’editoriale di Estense.com. Dall’Antigone a Mimmo e Naomo

Disobbedienza incivile

di Marco Zavagli | 3 min

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Sala gremita di persone per la presentazione della lista dei candidati di Fratelli d’Italia. Al tavolo, insieme al sindaco Fabbri, i dirigenti locali e nazionali, il senatore Alberto Balboni, il presidente provinciale e capolista Alessandro Balboni, l’on. Mauro Malaguti, la coordinatrice comunale Scaramagli e il capogruppo di FdI del Senato Lucio Malan

Antigone. È forse la mia tragedia preferita. O quantomeno una delle più care. Il dramma di Sofocle ha ispirato poeti, artisti, politici e persone comuni per 2400 anni.

La storia di Antigone è quella dell’eterna lotta tra legge degli dei e legge degli uomini. Oggi si direbbe tra ideali innati e norme costituite. Un tema perenne. Che oggi rivedo sublimato da una parte e denigrato da un’altra.

Oggi c’è chi viola la legge che ritiene ingiusta ed è pronto a subirne le conseguenze in virtù di un valore o di un ideale. E c’è chi irride la legge come sfida gradassa all’autorità per fini personali e se ne vanta pubblicamente. Il primo caso, lo abbiamo letto tutti nei giorni scorsi, è quello di Domenico Lucano, sindaco di Riace. Il secondo è quello di Nicola Lodi, segretario comunale della Lega di Ferrara.

“Mimmo” e “Naomo”. Mimmo tranquillizza gli umili garantendo loro – qui si entra in materia processuale e diamo per scontato il condizionale – metodi sicuri per poter restare in Italia. Naomo terrorizza gli umili chiedendo documenti, interrogandoli, svegliandoli in piena notte.

Mimmo trova casa per i senzatetto e li mette a dormire. Naomo sveglia i senzatetto e, promettendo un letto caldo, li conduce in una mortificante crociata dei poveri davanti all’arcivescovado, ben sapendo che i luoghi deputati dalla curia all’accoglienza sono altri.

Mimmo si duole del suo allontanamento dal comune che ha contribuito a rendere famoso in tutto il mondo per il modello di accoglienza verso gli ultimi. Naomo si vanta di venire condannato per barricate contro gli ultimi.

Mimmo ha dato lustro al bene comune. Naomo ha utilizzato il bene di tutti come cosa propria, mettendo ad esempio una vasca idromassaggio nell’appartamento concessogli da un ente pubblico.

Mimmo ha forse violato la legge, mantenendo sempre un degno rispetto dello Stato e delle sue istituzioni. Naomo forse non ha violato la legge, o forse sì, ma mostrando un totale disprezzo per i simboli che rappresentano la Repubblica Italiana.

Come definire altrimenti l’azione di chi utilizza il pennone destinato al Tricolore per issarvi lo stendardo del proprio partito? Non mi limiterei a rubricarlo nella grande voce della goliardata che ormai quasi tutto comprende.

Prefetto e questore non hanno nulla da dire, visto che nei prossimi giorni saranno chiamati a onorare quella bandiera in occasione della Festa dell’Unità Nazionale? E gli alleati della Lega? E Alan Fabbri, più che probabile futuro sindaco di Ferrara, si sente così debole da non potersi dissociare dal compagno di partito?

La disobbedienza civile è una pratica nobile. Sentirsi padrone in casa d’altri, o – meglio – nella casa di tutti non lo è. Al massimo si può parlare di disobbedienza incivile.

Riprendendo la dicotomia precedente, Mimmo eccede in umanità. Naomo eccede nel suo esatto contrario. E tornando ad Antigone, questa volta nella versione di Jean Anouill, c’è una frase messa in bocca a Creonte, ma che in questa circostanza si può facilmente capovolgere: “l’umano vi fa sentire a disagio, in famiglia”.

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