Economia e Lavoro
1 Novembre 2018
Amici della Carife incontra Cantone per fare il punto sui ristori agli obbligazionisti. Di 392 richieste, rimborsati 999mila euro

Carife, Anac ammette 110 rimborsi. I risparmiatori: “Criteri penalizzanti”

di Redazione | 4 min

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La sede Anac a Roma

Sono 392 le richieste di rimborso pervenute all’Anac per un importo complessivo di oltre 8 milioni di euro, ma ne sono state accolte solo 110 per un importo riconosciuto di 999mila euro. Sono i numeri svelati dall’Autorità Nazionale Anticorruzione a cui si sono rivolti molti ex azionisti ed ex obbligazionisti della Cassa di Risparmio di Ferrara per avere i risparmi azzerati.

Il punto sulla pratiche e i rimborsi relativi agli obbligazionisti della Carife che hanno presentato istanza alla camera arbitrale dell’Anac è stato fatto durante un incontro tra Mirko Tarroni degli “Amici di Carife” e il presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone, insieme al presidente della camera arbitrale Ferruccio Auletta, svoltosi lo scorso 10 ottobre nella sede di via Minghetti a Roma.

L’arbitrato, vale la pena ricordarlo, riguarda i risparmiatori che non avevano la possibilità di richiedere al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) il rimborso forfettario diretto dell’80% del valore delle obbligazioni, poiché non in possesso dei requisiti di reddito e di patrimonio necessari per tale istanza; oppure coloro, ma erano la minoranza, che pur in possesso dei requisiti volevano provare ad ottenere un rimborso superiore all’80%.

Raffaele Cantone

Solo da pochi giorni sono pervenuti all’associazione “Amici della Carife” i dati aggregati elaborati dall’Anac: risultano 392 istanze di ristoro pervenute all’Autorità, riguardanti la Cassa di Risparmio di Ferrara per un importo complessivo richiesto di 8.285.532 euro.

Di queste, alla data del 30 settembre, ne risultano esaminate dai Collegi 182 (per un corrispondente valore richiesto totale pari a 4.178.143 euro).

A fronte di 182 ricorsi esaminati, risultano emesse 156 decisioni (per un importo complessivo richiesto pari a 2.676.218 euro): 46 ricorsi non sono stati accolti dai collegi, i restanti 110 si riferiscono a decisioni emesse con accoglimento della domanda (per un corrispondente importo richiesto pari a 2.036.565 euro e per un importo complessivo riconosciuto quale ristoro agli obbligazionisti che ammonta a 999.200 euro).

Va ricordato che il rimborso è subordinato all’accertamento “caso per caso” della violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza in capo alla banca (previsti dal testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria), in un regime nel quale vige la regola dell’inversione dell’onere della prova, in base alla quale non spetta al risparmiatore dimostrare le eventuali violazioni di cui è stato vittima.

“Tale procedura, strutturata come vero e proprio arbitrato, vede l’Anac ricoprire un ruolo di terzietà (ovvero di separatezza e indipendenza) – sostengono gli Amici Carife – a fronte al carattere avversario del giudizio che prevede una posizione di reale antagonismo tra le due controparti che sono il risparmiatore da un lato e (pur in assenza dell’intermediario, cioè di Carife o Bper) il Fitd dall’altro; il Fondo Interbancario ricopre quindi il duplice ruolo di soggetto che da un lato resiste e si oppone tenacemente alle pretese di ristoro dell’obbligazionista, e dall’altro eroga lo stesso ristoro“.

“La caparbia tensione difensiva del Fitd è evidente nel dato allarmante del 49% del rimborsato rispetto ai soli 110 lodi ammessi, e ancor più nel dato del 37% del rimborsato rispetto ai 156 dei lodi emessi (nei quali sono compresi anche i 46 ricorsi non accolti dai collegi) – afferma l’associazione dei risparmiatori -. Risulta ancor più manifesta se consideriamo le numerose impugnazioni che lo stesso Fondo ha proposto (addirittura superiori di numero a quelle proposte dai risparmiatori) rispetto alle decisioni a lui avverse dell’arbitro”.

L’associazione sta studiando, insieme ai propri tecnici, i criteri che emergono dalle decisioni assunte dall’arbitro Anac, “alcuni dei quali paiono poco plausibili e penalizzanti per i risparmiatori ferraresi – sentenzia Tarroni -: ad esempio, quello di assumere che, a fronte di un accollo “inconsapevole” del rischio iniziale per informazioni deficitarie, la determinazione di continuare a detenere le obbligazioni dopo l’incasso delle prime cedole, significhi per il risparmiatore (almeno per la quota relativa alle cedole riscosse, avendo egli consapevolmente inteso esprimere la sua determinazione di continuare a detenere nel suo portafogli quei titoli) averne accettato consapevolmente il rischio. Tale criterio, a dir poco discutibile, in molto casi ha determinato decurtazioni significative, e a parere dell’associazione ingiuste, delle quote dei rimborsi”.

Guardando al futuro, in riferimento ai criteri che riguarderanno i rimborsi agli azionisti, preme sottolineare la “necessità di un meccanismo completamente diverso, capace di tutelare in maniera più efficace i risparmiatori ferraresi”. L’associazione in ogni sede ha richiesto al governo e ai legislatori che tale procedura preveda un “automatismo capace di superare ogni antagonismo e di superare anche l’accertamento ‘caso per caso’ della violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza in capo alla banca”.

“L’esperienza degli obbligazionisti subordinati all’Anac sia monito di ciò che accade quando ci si infila nel tunnel degli arbitrati” è l’ultimo appello di Amici di Carife che la prossima settimana porterà le sue istanze anche al Ministero dell’Economia e delle Finanze durante la riunione convocata da Alessio Villarosa, sottosegretario al Mef dei Cinquestelle.

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