Cronaca
31 Ottobre 2018
Oggi atteso dal gup. Le conclusioni degli psicologi spagnoli parlano di un ego smisurato

Igor. Gli esperti: “Non appena avrà la possibilità cercherà di evadere”

di Redazione | 4 min

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Tra poche ore sono attese le prime parole, anche se in videoconferenza, di Igor in un’aula di tribunale, Il volto di Norbert Feher dovrebbe comparire su uno schermo davanti al gup del Tribunale di Bologna Alberto Ziroldi per l’udienza preliminare per gli omicidi di Davide Fabbri e Valerio Verri, commessi ad aprile 2017 a Budrio e Portomaggiore.

Intanto dalla Spagna, dove è detenuto, arrivano le risultanze dei nuovi esami psicologici cui è stato sottoposto. “Norbert Feher non presenta sintomatologia psicotica acuta o residua, e nemmeno un deficit cognitivo o qualsiasi altro tipo di patologia psichiatrica che possa supporre una compromissione della sua capacità di comprendere la natura e le conseguenze delle sue azioni”. È una delle conclusioni del rapporto psicologico, pubblicato dal giornale locale La Comarca, fatto dai consulenti forensi dell’Istituto di Medicina legale di Aragón dopo aver visitato Igor nel carcere di Zuera, il 20 giugno e il 25 luglio.

Il rapporto è già entrato nel fascicolo del processo, che già comprende la consulenza psichiatrica realizzata il 20 luglio. Secondo entrambe le perizie il pluriomicida era consapevole delle sue azioni al momento dei fatti e anche successivamente.

Le due psicologhe spagnole Cristina Andreu e Victoria Minguez che hanno redatto la consulenza definiscono il killer serbo come “freddo, egoísta, arrogante, manipolatore e molto pericoloso e parlano di un disturbi di personalità, antisociale, narcisistico e con un livello molto alto di psicopatia.

Secondo le consulenti Igor “non appena ne avrà la minima possibilità, cercherà anche di evadere, assumendosi rischi e usando tutta la violenza necessaria”.

Nessun senso di colpa o rimorso è presente in lui. Tanto che, quando gli viene ricordarto che la sua prima vittima in Spagna era un semplice allevatore ed era disarmato, lui replica che “Quella persona doveva morire e io ero lo strumento più appropriato per farlo. È come il destino”.

Feher specifica però che in tutti e tre i casi in cui ha ucciso in Spagna lo avfrebbe fatto sempre per legittima difesa, anche se fu sempre lui a sparare per primo. Nel caso di José Luis Iranzo “pensavo che avesse una pistola in mano”. E nel caso delle due guardie civili Victor Romero e Victor Jesus Caballero ha “visto le canne delle pistole” e “sentito il rumore dei caricatori” e ha sparato per primo.

“Conosco l’anatomia umana”, “Sapevo dove sparava”, “Sono stato addestrato ad uccidere” sono le altre spiegazioni fornite agli esperti.

Quanto alla sua fuga, Igor ha spiegato che è arrivato in Spagna attraverso la Francia il 21 settembre 2017 e che era solo “di passaggio”. Qui ha lavorato tre settimane a Lerida, in campagna, e si è diretto verso Siviglia percorrendo la Bassa Aragona. Non ha voluto specificare quale fosse la destinazione finale del suo viaggio. Non ha fatto uso di droghe e ha ammesso il consumo sporadico di alcol. E in effetti prima degli omicidi aveva bevuto 7 o 8 lattine di birra (ne vennero trovate oltre 30 nel suo nascondiglio), anche se non aveva “perso i riflessi” e non era in stato di ubriachezza. Le stesse psicologhe ammmettono che “la sua rapidità e precisione sono incompatibili con uno stato di intossicazione da alcool”.

Per l’avvocato Jorge Piedrafita, della Associazione spagnola di Guardia civile (Aegc) che la vedova e la figlia di Romero, la perizia psicologica conferma che Feher era “perfettamente capace di comprendere quello che stava facendo – riporta il Diario de Teruel -, e permette di “annullare quallsiasi ipotesi difensiva che possa offrirgli uno sconto di pena”. Il killer serbo ha agito con premeditazione e piena consapevolezza, progettando l’omicidio con crudeltà”.

La perizia continua a tratteggiare quindi il profilo psicologico di Feher, definendolo un narcisista. Quando, nel corso delle due ore e mezza di colloquio, gli psicologi hanno messo in dubbio le sue capacità militari, si è infuriato. E non gli è piaciuto nemmeno quanto apparso sulla stampa dopo il primo incontro. A lòuglio, infatti, in occasione della seconda visita degli psicologici in carcere, Feher ha rifiutato di collaborare, dicendo che non voleva correre il rischio che le sue parole venissero di nuovo travisate.

È in grado di essere calmo e sereno nei momenti di stress. Non ha presentato sintomi di eccitazione durante la sua detenzione.

Per quanto riguarda la sua personalità, gli psicologi lo definiscono come un tipo socievole, creativo, intelligente, con un certo fascino e buone abilità sociali che utilizza per ottenere un beneficio. La lista prosegue con una grande autostima e una mancanza di empatia emozionale-cognitiva, assenza di paura, disprezzo per il rischio.

È il più vecchio di quattro fratelli. Due sono morti durante la guerra nei Balcani. In quelle circostanze, secondo gli psicologi, Feher potrebbe aver sviluppato le tecniche di sopravvivenza che ha mostrato durante la latitanza.

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