Cronaca
26 Ottobre 2018
Sergio Amatiello, già condannato per tentata concussione ai danni della Niagara di Poggio Renatico, risulta tra le persone coinvolte in una grossa indagine della Dda di Roma

Ancora guai con la giustizia per l’ex sottufficiale del Noe

di Redazione | 2 min

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Ancora guai con la giustizia per Sergio Amatiello, ex luogotenente dei carabinieri del Noe di Bologna, già condannato in via definitiva lo scorso maggio per tentata concussione ai danni della ditta di smaltimento rifiuti speciali Niagara di Poggio Renatico. Secondo quanto riportano le agenzie di stampa, è infatti una delle sei persone poste in custodia cautelare in carcere, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma, sulle quali piombano, a vario titolo, le accuse di traffico illecito di rifiuti, corruzione, rivelazione del segreto d’ufficio e accesso abusivo a un sistema informatico.

L’operazione – che vede indagate in tutto 12 persone e una società – è nata nel 2017, coordinata dalla Dda della Capitale e seguita dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico a Roma, Bologna e Catania.

Secondo quanto emerso al momento, Amatiello – sospeso dal servizio dopo la condanna nel caso Noe-Niagara – sarebbe stato stipendiato in nero da un’impresa con sede a Bologna e società collegate anche in altre parti d’Italia – la Italferro – per fornire informazioni riservate su delle indagini in corso.

Secondo gli inquirenti, la Italferro e altre società dello stesso gruppo acquistavano da varie aziende della Capitale ogni anno circa 30mila tonnellate di auto rottamate e già compattate senza però che fossero state eseguite le opportune operazioni di bonifica dagli inquinanti, anche se la certificazione che le accompagnava diceva il contrario. E in queste condizioni le mandavano in fonderia per proseguire la catena del riciclo.  Ma, a un certo punto, i proprietari (Valerio e Matteo Fiori, padre e figlio, anche loro arrestati) avrebbero iniziato a cambiare comportamento.

L’ipotesi è che fossero venuti a conoscenza delle indagini in corso grazie alle informazioni fornite loro proprio da Amatiello che, a sua volta, le avrebbe ottenute da Ciro Paone e Andrea Pilu, carabinieri del comando Tutela Ambientale di Roma, e Santo Caldareri, uno dei militari che con il capitano Sergio De Caprio arrestò Totò Riina nel 1993, oggi in forze al comando provinciale di Catania. Proprio Caldareri, dietro lauti compensi da parte di Amatiello in nome e per conto dei Fiori, si sarebbe avvalso di Pilu e Paone per ottenere informazioni sulle indagini prelevate dalla banca dati del Noe per poi girarle ad Amatiello stesso.

Oltre ai due imprenditori e ai quattro militari finiti in carcere, ci sono altri sei indagati, tra i quali l’ex magistrato Mauro Monti, oggi presidente del Cda della società capofila degli imprenditori indagati, nonché E.B., luogotenente dell’Arma in servizio presso il Noe di Bologna.

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